Quattro milioni di veneti al voto Raffica di rinunce tra gli scrutatori
Il Covid spinge 104 incaricati su 206 a dare forfait. A Venezia marinai Actv rimpiazzati dai privati
Urne aperte oggi e domani per il referendum per il taglio dei parlamentari, il rinnovo della Regione e di 40 Comuni, tra cui Venezia. Quattro milioni di veneti sono chiamati alle urne. Per paura del virus, a Padova hanno dato forfait la metà dei presidenti di seggio.
Chiusa la campagna elettorale, è il momento del verdetto delle urne. Si vota oggi dalle 7 alle 23 e domani dalle 7 alle 15, per il referendum confermativo della riforma costituzionale che taglia il numero dei parlamentari, per le supplettive al Senato nel collegio di Verona, per il rinnovo della Regione e quello di 40 amministrazione comunali, tra le quali Venezia.
Sono chiamati al voto 4.132.304 veneti (2.020.296 i maschi, 2.112.008; 375.116 residenti all’estero potevano già
Il voto
Le urne saranno aperte oggi dalle 7 alle 23 e domani dalle 7 alle 15
farlo nei giorni scorsi, via posta), nei 4.747 seggi costituiti dalle Dolomiti al Delta. E proprio nell’allestimento delle urne si è riscontrata qualche difficoltà, com’era prevedibile, a causa del perdurare dell’epidemia di coronavirus.
A Padova, in particolare, il Comune e la Corte d’appello di Venezia hanno dovuto compiere un autentico miracolo per coprire tutte le caselle mancati, visto che ben 104 dei 206 presidenti di seggio incaricati hanno improvvisamente dato forfait, dicendosi alcuni preoccupati per l’emergenza covid e altri invece impossibilitati perché impegnati al lavoro la mattina di lunedì. «Di solito, nelle tornate elettorali cosiddette normali, le rinunce dell’ultimo momento rappresentano circa il 20%. Stavolta però - spiega l’assessora cittadina all’Anagrafe, Francesca Benciolini - gli abbandoni hanno riguardato oltre la metà delle persone designate, soprattutto quelle più anziane che evidentemente, spaventate dal Covid-19 e da un eventuale contagio, non se la sono sentita di trascorrere tante ore di seguito al chiuso. Si tratta, ovviamente, di un comportamento più che comprensibile. Ma per fortuna, i nostri uffici e quelli della Corte d’appello di Venezia sono riusciti a rimediare a tempo di record. A tal punto che oggi (ieri, ndr), quando abbiamo fatto la ricognizione nei 206 seggi del nostro Comuni, tutti i presidenti e gli scrutatori si sono regolarmente insediati».
I risultati Lo scrutinio inizierà alle 15 di domani. I risultati su corriereve neto.it
Operazioni più tranquille nelle altre province, dove pure si è dovuto procedere con alcuni avvicendamenti, in qualche caso per via di sopraggiunti contagi, ma con numeri decisamente più contenuti di quelli di Padova (una decina gli scrutatori sostituiti a Treviso, quattro a Venezia, un paio a Verona). La Regione ha previsto per tutto il personale al lavoro ai seggi, militari compresi, la possibilità di sottoporsi gratuitamente al tampone, possibilità che hanno deciso di sfruttare un migliaio di persone a Venezia e 1.300 a Padova, ma se nel primo caso si è ancora in attesa di conoscere i risultati, nel secondo già si sa che solo due sono risultati positivi. Un caso sospetto a Rovigo si è poi rivelato negativo.
A Venezia, come ad ogni elezioni, si è riproposto il problema dei marinai Actv impegnati ai seggi (sono più di duecento) ma a differenza degli anni scorsi, quando le assenze comportarono la cancellazione di alcune corse tra le proteste dei passeggeri, stavolta Actv si è organizzata per tempo dando per tre giorni la gestione delle linee coinvolte ai gestori privati. Con i problemi già causati dal sovrapporsi delle regole anticovid e della ripresa della scuola sarebbe stato impensabile ridurre ulteriormente il servizio.
Nell’attesa di conoscere i risultati (lo scrutinio inizierà domani alle 15, con quest’ordine: referendum, suppletive di Verona, Regionali, Comunali), ieri si è assistita alla consueta violazione social e digital del silenzio elettorale, con appelli al voto via sms, Whatsapp e su Facebook, magari mascherati da innocenti spiegazioni su come si può votare (quest’anno particolarmente apprezzata la possibilità del voto disgiunto).
Ricordiamo che quest’anno, oltre al documento e alla tessera elettorale quando si va al seggio bisognerà ricordarsi di portare con sé anche la mascherina. È obbligatoria. Non sarà misurata la temperatura all’ingresso ma è raccomandato di non recarsi ai seggi con febbre oltre 37,5 o con sintomi da Covid; se si è in quarantena o in isolamento oppure se si è stati in contatto con positivi negli ultimi 14 giorni era data la possibilità, nei giorni scorsi, di iscriversi agli elenchi per il voto a domicilio. I guanti, invece, non sono necessari, l’elettore troverà, all’ingresso e in ogni seggio, il gel per igienizzare le mani. Rispetto agli scrutatori si dovrà tenere una distanza minima di un metro, seguendo i segnali. La distanza salirà a due metri quando verrà chiesto di togliere la mascherina, perché il voto è segreto sì ma bisogna pur farsi identificare. Sarà lo stesso elettore, dopo il voto, a infilare la scheda nell’urna, con la sola eccezione di quella per il Senato a Verona: in quel caso la consegnerà ai membri del seggio.
Bisogna evitare in ogni modo assembramenti: l’accesso al seggio sarà contingentato, dove possibile ci saranno aree di attesa esterne. In ogni caso saranno opportunamente segnalati percorsi, dedicati e distinti, di ingresso e di uscita.