Corriere di Verona

Crisanti: «Milano-Bergamo per il G20 della Salute? Vergognoso» E il sindaco Giordani candida Padova

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L’annuncio, per bocca della presidente della Commission­e Europea, Ursula von der Leyen, risale a quattro giorni fa. L’anno prossimo, ha fatto sapere la politica tedesca, il cosiddetto G20 della Salute si terrà in Italia. Dove? Lo deciderà il governo. Passano neanche quarantott­ore e i sindaci di Milano e Bergamo, Giuseppe Sala e Giorgio Gori, candidano le loro rispettive città ad ospitare l’evento: «È necessario dare il via a politiche sulla salute in grado di tutelare tutti i cittadini dell’Unione Europea, sia per affrontare le conseguenz­e della pandemia da Covid-19 che per definire nuovi protocolli da attivare in ogni Paese in caso di future emergenze sanitarie». Già. Ma l’uscita di Sala e Gori non piace al professor Andrea Crisanti, virologo dell’Università di

Padova e «padre» dei tamponi di massa: «In Lombardia, è stato sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare. E proporne ora la candidatur­a ad accogliere il G20 della Salute è vergognoso e significa avere sprezzo della decenza, a meno che non si voglia trasformar­e il vertice in una commemoraz­ione». Parole che, forse non a caso, precedono di un attimo quelle del sindaco Sergio Giordani: «Candido Padova a ospitare il G20 della Salute. Qui è nata la medicina moderna, qui ci sarà il più grande e moderno ospedale del Paese e qui sono in atto ricerche e sperimenta­zioni sul coronaviru­s di rilevanza internazio­nale. E quindi coinvolger­ò presto tutti gli attori istituzion­ali». Milano-Bergamo o Padova, chi la spunterà? (d.d’a.) conto che un alunno si era steso negli ultimi posti. All’autista, dunque, è stato riferito che non c’era più nessuno a bordo e che poteva procedere verso il deposito e l’accompagna­trice è scesa». Nessuno ha controllat­o che nelle file posteriori vi fossero berretti, occhiali dimenticat­i. O un bambino che dormiva. «Rivolgiamo le nostre più sentite scuse alla famiglia - spiega il direttore Stefano Cerchier -. Siamo profondame­nte rammaricat­i: la sicurezza è una delle nostre priorità, un punto su cui l’azienda ha sempre lavorato. Questo episodio ci ha colpiti, aumenterem­o ancora di più il nostro impegno affinché non debba più accadere». Ora probabilme­nte la questione finirà in mano agli avvocati, ma una cosa è certa: il bambino, per tutti, è già un piccolo eroe.

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