«Io, pioniere della sostenibilità»
L’inizio nel mondo delle sponsorizzazioni sportive, l’avventura con l’Hellas e quella con l’editoria Un convegno a Milano gli cambia la vita. Negli ultimi cinque anni il lavoro per «certificare» il Tocatì
Un passo oltre la frontiera, nel mondo che verrà. Lorenzo Orlandi la sua linea di confine l’ha oltrepassata nel 2013: «Capii come la sostenibilità fosse un driver per il futuro. Grande strumento di comunicazione, mi resi conto che troppo spesso apparisse però una scatola priva di contenuti: così è nato Locom, il mio studio di consulenza per progetti e percorsi nella sostenibilità». Già, la sostenibilità; termine spesso preso ad uso ed abuso nelle melasse dei vangeli politicamente corretti redatti dagli spin doctors del marketing; la panacea di tutti mali del mondo, a tal punto che un po’ a vanvera viene di frequente issata sul gradino più alto dei luoghi comuni. Una strumentalizzazione fuorviante e distorta. Eppure, il nostro futuro sta in quella parola, e su di essa Lorenzo Orlandi si è dato una missione: entrarvi, conoscerne tutti gli aspetti e illustrarli.
Sfida in salita, certo, ma assai stimolante: il Tocatì che si conclude oggi, è il primo e unico evento del Comune di Verona certificato sostenibile secondo lo standard ISO 20121 da un ente terzo. Lorenzo ci ha lavorato cinque anni: «Abbiamo progettato, misurato e migliorato gli impatti economici, sociali ed ambientali sul territorio; mi auguro che il Tocatì possa essere un traino per la diffusione della cultura della sostenibilità nella nostra città».
Veronese di Ponte Pietra, 53 anni, papà insieme ai fratelli al timone di un’azienda leader nella progettazione e realizzazione di macchine e impianti per il trattamento dei prodotti da forno. Da ragazzo lo studio non è che gli accenda chissà quali falò di entusiasmi, tuttavia Lorenzo si laurea in Economia e commercio a Bologna con tesi su Internet e Proprietà Intellettuali: dal 1996 al 1999, ai tempi pioneristici del Dial Up, è responsabile commerciale di una società che fornisce collegamenti internet su Verona e provincia. Uomo di marketing, lavora nel ramo delle sponsorizzazioni sportive e nel 2008 lo chiama l’Hellas Verona: «Era un periodo in cui facevo spola con Milano; avevo voglia di tornare nella mia città. Il conte Arvedi era amico di mio nonno e mi volle con sé a occuparmi di marketing e attività commerciali. Piero Arvedi non aveva un carattere facile, ma mi voleva un gran bene. Il Verona attraversava anni assai difficili; alla cena di Natale del 2008 insisteva nel voler mantenere la proprietà della società e non cederla: pensava ancora di poter risalire la china. Due settimane dopo ebbe l’incidente che gli sarebbe costato la vita. Era un accentratore, volubile di umore, ma buono. La sua scomparsa fu molto dolorosa per me». Il Verona passa di mano a Giuseppe Martinelli: «Perdemmo col Portogruaro lo spareggio per la promozione in B. Ho vissuto gli anni più bui nella storia del club, ma al suo interno ho ancora degli amici ai quali sono molto legato».
Preso atto che nel calcio l’aspetto etico non sta in cima alla scala dei valori, ne esce nel 2010. Con Gianluca Cappellato si lancia quindi in una nuova avventura, la nascita della testata giornalistica online Mentalità Sportiva: «Raccontavamo i valori etici dello sport, i sacrifici e tutto ciò che sta dietro al percorso di un atleta per arrivare ai vertici. Era un bel progetto, nessuno raccontava lo sport in quel modo. Ebbe un buon successo; il problema erano però i costi di redazione che stentavamo a coprire con le poche risorse a disposizione; così durò solo due anni».
Come a San Paolo sulla via di Damasco, a un convegno a Milano una folgore investe la vita di Lorenzo; da quel giorno il suo percorso nella sostenibilità è tracciato e vi si butta a capofitto. Di strada ne ha fatta: «Grazie alla stretta collaborazione con il professore dell’università Federico Brunetti e Rossella Sobrero del gruppo promotore, abbiamo portato a Verona il Salone della CSR (Corporate Social Responsibility) e dell’Innovazione Sociale». Lorenzo è presidente di RIS, Rete Innovazione Sostenibile con il Comitato Scientifico dell’Università di Verona: «Il concetto di sostenibilità si fonda su tre fattori: sociale, ambientale ed economico: solo quando queste tre voci sono contemplate, si può parlare di sostenibilità. Nostro compito è far capire come si tratti di una grande opportunità per farne una risorsa oltre che un valore etico. Viviamo in Pianura Padana, uno dei luoghi più inquinati al mondo: essere in regola con la legge non basta più: è giunto il momento di andare oltre. La sostenibilità è qualcosa di trasversale, al di là delle posizioni politiche». E poi il futuro è di tutti.
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