L’incanto delle colline che da Conegliano si arricciano sinuose fino a Valdobbiadene
Le colline che da Conegliano si arricciano fino a Valdobbiadene (nel Trevigiano) sono un patrimonio prezioso, la loro bellezza ispira ogni giorno il lavoro di chi si arrampica tra questi filari e rende ogni viticoltore orgoglioso custode di un territorio che ha meritato, poco più di un anno fa, il riconoscimento Unesco.
Se da un lato è stato il gioco fortunato del destino a regalare alle generazioni che abitano questi luoghi un territorio ricco e vocato alla viticoltura, non si può che attribuire all’intelligenza umana, alla passione e alla determinazione delle sue genti, l’averlo plasmato e reso un paesaggio unico al mondo.
Il paesaggio del Conegliano Valdobbiadene, fortemente caratterizzato dalla viticoltura, sa mostrare di sé molti profili, su tutto vanta un valore culturale antico testimoniato nel corso dei secoli dall’arte. Generazioni di pittori hanno tradotto sulle loro tele le sinuosità e le asprezze di queste colline, i suoi castelli e la vegetazione rigogliosa; insieme a scultori, architetti e artigiani hanno impreziosito il territorio di un patrimonio diffuso ancora oggi a disposizione dei visitatori.
In questo contesto, la mostra «Il racconto della Montagna» a Palazzo Sarcinelli a Conegliano, nella centralissima via XX Settembre, l’antica Contrada Granda, diventa la tappa di un percorso di visita e conoscenza del Conegliano Valdobbiadene. Non perché di esso tratti ma perché evidenzia da un lato la centralità del paesaggio nella cultura degli ultimi secoli, dall’altro lo sguardo carico di passione, curiosità e interesse che gli si può dedicare. E allora che la visita del territorio inizi da Palazzo Sarcinelli. Se ne percorrono le proposte artistiche per uscirne arricchiti da un punto di vista originale su ciò che aspetta il visitatore fuori dal Palazzo, oltre la Contrada Granda e lontano dal centro di Conegliano.
Sarà la natura che ha forgiato quei pendii che da secoli sfidano i viticoltori a impressionare maggiormente? Oppure la delicatezza dei luoghi di culto, il loro inserimento armonioso, quasi naturale, nel paesaggio? O ancora, i gesti sapienti e precisi di chi ogni giorno, tutto l’anno si prende cura delle viti, vero marchio identitario del territorio?
Il paesaggio del Conegliano Valdobbiadene, dal luglio 2019 inserito nella lista dei siti Unesco Patrimonio dell’Umanità, è parte di quella Marca gioiosa et amorosa, territorio affascinante e appagante che può essere esplorato e osservato da tanti punti di vista. Ma quello che restituisce un ritratto più fedele di questi luoghi che si fanno paesaggio è la prospettiva del viticoltore. Da qui il suggerimento più ragionevole appare quello di seguire la Strada del Prosecco e lasciare che siano le colline a incantare, il lavoro duro e allo stesso tempo delicato dei viticoltori a sedurre. Non mancheranno occasioni di soddisfare il palato, non solo con un buon calice di Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG ma anche con la gastronomia locale, così che tutti i sensi ne saranno coinvolti e lasceranno al visitatore il ricordo indelebile di un territorio unico.
Profili
La natura rigogliosa si è impreziosita con il lavoro di scultori, architetti e artigiani