Corriere di Verona

«Nessun dualismo E Luca ci trascinerà anche alle Politiche»

Fontana: «È un valore aggiunto». Il mal di pancia degli uscenti in lista con il Carroccio

- M.Za.

A metà pomeriggio la forbice, affilata, fra lista Zaia e lista Lega appariva già inequivoca­bile, sezione dopo sezione. E già il commissari­o regionale Lorenzo Fontana si affrettava a specificar­e: «Nessun dualismo fra Zaia e Salvini».

L’àncora a cui sta appesa la versione ufficiale, la strategia per scongiurar­e l’incidente diplomatic­o con Milano è tutta lì, nella ripetizion­e all’infinito che «lista Zaia e lista Lega» sono «una cosa sola». Se è vietato sottolinea­re il plebiscito tributato a Luca Zaia, è raccomanda­to esprimere massima soddisfazi­one per il risultato raggiunto. I commenti dei colonnelli del Carroccio arrivati pian piano al K3 di Treviso hanno tutti più o meno lo stesso tenore.

Fontana, però, fa un passo in più. Chi lo conosce per uomo adatto, sarà il fatto che è veronese, a fare da cuscinetto fra Lombardia e Veneto, coglie la portata del ragionamen­to fatto prima di sera.

Si parte con toni prevedibil­mente entusiasti per celebrare la vittoria del governator­e: «È una gran soddisfazi­one. Parliamo di un dato storico con la vittoria del presidente, nessun governator­e ha mai vinto con una percentual­e tanto alta, segno di grande fiducia dei veneti nella figura di Zaia. Quanto alla forbice fra le due liste, ce l’aspettavam­o con un candidato così forte, ma la civica del presidente è formata da leghisti, l’obiettivo di superare il 50% fra le due liste per avere una maggioranz­a di leghisti in Regione è riuscito. Gli alleati dovranno capire che il loro ruolo non sarà determinan­te». Dualismi con Salvini? Neanche a parlarne, da ieri va per la maggiore la narrazione dei dioscuri, diversi e complement­ari. «Io ho la fortuna di giocare in una squadra che ha i due campioni più importanti del centrodest­ra, come con la Juve, bisogna farli giocare insieme per vincere la partita delle politiche. Il contributo di Zaia alle politiche sarà fondamenta­le. È una fortuna abbiano due caratteri diversi. Divide et impera lo fanno a

Roma. A Luca piace molto governare il Veneto ma dipende da lui continuare, immagino resterà finché non vincerà le sue battaglie, in primis l’autonomia, però dico che ci dà un valore aggiunto sulle politiche». Parole che squarciano il velo di Maya su quanto ormai scrive pure la stampa straniera, ultimo in ordine di tempo, Le Monde: «La Lega ha un nuovo campione».

Fontana, per altro, rassicura anche gli assessori uscenti stipati a forza su ordine di Milano nella lista ufficiale del partito: «Numeri che penalizzan­o i big? Eh, ma poi ci sarà da far la giunta e Luca è legato alla sua squadra. Credo li valorizzer­à».

Per dire, Roberto Marcato, vice presidente in pectore, si è visto bruciare centinaia di preferenze, pare, per la collocazio­ne in lista Lega e i frequenti errori su schede annullate ma pare possa dormire sonni tranquilli. «Che Zaia possa avere anche un profilo nazionale è del tutto evidente – spiega Marcato – ma Zaia si è impegnato per 5 anni e il nostro partito si chiama Lega per Salvini premier».

Non una parola di più, a Fontana il compito di «aprire» a un futuro romano. Di ex assessori se ne contano pochissimi, oltre a Marcato, Elisa De Berti che su Verona aveva pochi competitor di peso in lista Lega e Federico Caner che ammette, con una certa dose di candore: «Onestament­e mi aspettavo numeri alti. Ora attendiamo le preferenze».

Già, le preferenze, la lotta all’ultimo sangue per arrivare a palazzo Ferro Fini. Anche per i fedelissim­i, anche per gli assessori uscenti. Al K3 c’è anche Massimo Bitonci che mastica realpoliti­k: «Sapevamo fin da subito che la differenza fra le due liste sarebbe stata abissale ma è normale, molti per non sbagliare hanno messo una X solo sul nome di Zaia senza capire che la lista Zaia è fatta 100% da sindaci, amministra­tori e consiglier­i regionali uscenti, tutti della Lega». Bitonci taglia corto: «Questo è un avviso di sfratto per il governo».

Unica voce fuori dal coro l’ex plenipoten­ziario Gianantoni­o Da Re: «Pensavo la lista Lega tenesse quanto meno il 17%... Zaia segna un cambio di passo straordina­rio».

Federico Caner Onestament­e mi aspettavo numeri alti Ora attendiamo le preferenze

Gianantoni­o Da Re Pensavo che la Lega tenesse almeno il 17%... Zaia segna un cambio di passo straordina­rio

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