Sbrollini: «Risultato deludente» Benvegnù: «Sempre in lotta»
La senatrice: «Nulla da festeggiare, travolti dal ciclone Zaia»
«Risultato deludente», ammette Daniela Sbrollini, che pure si era spesa in campagna elettorale per esserci davvero. Ma la partita irreale di queste elezioni l’ha terminata faticando a raggiungere il punto percentuale. Troppo lontani dal traguardo per partecipare alla festa, così distanti da non sperare nemmeno nel premio di partecipazione, gli oppositori allo status quo regionale restano però convinti delle loro scelte.
«Di certo non abbiamo nulla da festeggiare, ma tutti dovremmo rimettere in moto un progetto di alternativa completamente diverso», sancisce la candidata renziana. Più sintetico l’affondo del «compagno» di Rifondazione Comunista, Paolo Benvegnù: «Faremo più opposizione noi da fuori che il Partito Democratico da dentro».
La sfida tra Daniela Sbrollini, candidata di Italia Viva, Paolo Benvegnù di Rifondazione Comunista e gli altri competitor dell’opposizione, che ha di fatto solo sfiorato la competizione elettorale, si è giocata nella serata di ieri sui decimali dello «zero virgola». Ma non c’è rimorso nell’aver corso da soli, tirandosi di fatto fuori dal fronte dell’opposizione. «Possiamo dirlo con chiarezza, è un risultato deludente. Il nostro progetto però è sempre stato puntato sul futuro, questo era solo l’inizio», afferma la renziana Daniela Sbrollini, nei mesi scorsi portavoce anche delle liste di Pri, Psi e Civica per il Veneto, rientrata a Vicenza per la corsa veneta dallo scranno che da oltre un decennio occupa in Parlamento, tra le fila prima del Pd e poi di Italia Viva.
«Qui avevamo il ciclone Zaia che non c’è in nessun’altra regione — continua la senatrice — noi partivamo da zero, abbiamo avuto 80 giorni per far conoscere un simbolo nuovo. La mia è stata una candidatura di servizio. Certo abbiamo un presidente che non ha mai voluto confrontarsi con nessuno di noi, c’è un tasso di democrazia molto basso in questa regione». Alza il cappello la parlamentare spalla di Matteo Renzi, di fronte al super governatore Luca Zaia che, dice, «ha raggiunto il più grande risultato di un presidente di Regione in Italia, assorbendo tutti i voti moderati e riformisti in Veneto». Stoccata invece agli oppositori: «Il centrosinistra ha confermato quello che noi abbiamo sempre detto sulla debolezza di quel progetto, perdendo con 60 punti di scarto contro i 27,5 raggiunti da Alessandra Moretti alla Regionali di cinque anni fa».
Un risultato, la partecipazione in Regione, che Benvegnù dall’estrema sinistra nemmeno aveva messo in conto, fermo anche lui intorno allo 0,8%. Fare fronte comune con il Pd? Neanche a parlarne: «E’ del tutto evidente che non potevamo condividere una proposta politica che sul tema dell’autonomia differenziata, sulle grandi opere e sulle Olimpiadi ha di fatto condiviso le scelte della maggioranza», dice Benvegnù.
La battaglia si sposterà nel cuore dei conflitti, che saranno tanti e duri, afferma il portavoce di Rifondazione: «Abbiamo portato migliaia di cittadini a Venezia contro la legge regionale sulla casa. Continueremo le nostre battaglie. La prossima fase sarà segnata da conflitti ambientali e crisi economica, a partire dallo sblocco dei licenziamenti. Noi ci saremo».
Benvegnù Faremo più opposizione noi da fuori che il Pd da dentro. Le priorità: economia e ambiente