Atv: «Basta bugie, i bus pieni all’80% della capienza»
(d.o.) Vedete la foto in alto? Rappresenta un autobus pieno, come le tante che circolano sui social, con tanto di commenti indignati. Giusto? Invece no: è un autobus urbano di dodici metri, con 73 passeggeri contati. Ne potrebbero starci 98, e la capienza massima, secondo la regola dell’80% è di 76 passeggeri. Dunque tutto in piena regola. Si tratta di una della serie di foto che l’Atv, l’azienda di trasporto pubblico di Verona e provincia, ha deciso di diffondere ieri, per contrastare «le diffamazioni quotidiane che arrivano su internet». La scuola è iniziata da una settimana, da una settimana si ripetono le accuse di autobus «sovraccarichi», ma è davvero così? Per Massimo Bettarello e Stefano Zaninelli, si tratta di un effetto «miraggio». In questi giorni il personale Atv si è messo a contare le persone sugli autobus, fotografandole. E, soprattutto, sugli urbani, laddove la capienza si conta ipotecando anche molti posti in piedi, è emerso che è facile avere la percezione di un mezzo «pieno».
«Siamo stanchi — affermano Bettarello e Zaninelli — delle diffamazioni. Non è fisicamente possibile che ci siano autobus strapieni quando abbiamo un calo di abbonamenti attorno al 60% e di biglietti attorno al 60%. L’anno scorso giravano 180 mila persone al giorno, quest’anno 80 mila. Ma i nostri autisti continuano a garantire il servizio dalle 5 del mattino alle 2 di notte, con le stesse linee dell’anno scorso. Ma il limite di legge è rispettato: l’80% è troppo? In questo caso le critiche vanno rivolte al Comitato tecnico scientifico, che la ritiene adeguata». In questi giorni Atv fa sapere di aver potenziato 18 linee, tutte con raddoppi. «Va ribadita un’altra cosa — osserva Zaninelli — noi non possiamo intervenire in caso di autobus presi d’assalto: solo le forze dell’ordine possono prendere l’iniziativa». Insomma, si deve confidare sul buon senso degli utenti. «In troppi casi — sottolinea Bettarello — notiamo che ci sono autobus che circolano semivuoti. Se gli studenti prendono tutti il primo a disposizione inevitabile che finisca così».L’ultima stoccata è riservata ai presidi. «Non tutte rispettano le uscite differenziate» è l’accusa. Nel mirino, in particolare, un istituto superiore della città, molto popolato che venerdì ha «rilasciato» tutti gli studenti alle 12.30. Risultato: in ottocento si sono riversati in contemporanea sugli autobus urbani, affollando, questa volta d’avvero e senza «effetti ottici» molte linee urbane e alcune extraurbane.
Meglio il reale del virtuale: per chi è tornato in aula non ci piove. «Le lezioni in streaming possono impigrirti, le guardi quando vuoi grazie alla registrazione, nel mio caso stavo tirando parecchio indietro», dice Marco Colla. «Per me lo stimolo di parlare coi compagni dopo la lezione è irrinunciabile», fa Anna Trevisan. «Da casa ci sono spesso problemi di connessione», riflette Anna Rossi. «Con l’online perdi il rapporto sociale, un click e finisce tutto», ragiona Nicolò Morocutti. Tutte risposte intercettate, ieri, fuori dal Polo Zanotto e dalla sede di Giurisprudenza. Era il giorno dell’università al via. Non tutta: partenza per i dipartimenti di Lettere, Scienze Umane, Scienze giuridiche, lunedì prossimo toccherà a Scienze, Economia, Medicina, dal 6 ottobre anche Scienze motorie. Pure la lezione in presenza non è ancora «universale». Per le matricole sì, idem per i corsi di laurea magistrale. Per gli iscritti al secondo e terzo anno delle triennali invece vale per il 60% delle lezioni in aula e per tutte le esercitazioni applicative: «In mancanza di spazi in aula per tutti — motiva l’ateneo — si è dovuta purtroppo operare una scelta differenziata a seconda della numerosità dei corsi», il tutto «per garantire la massima sicurezza nell’accesso agli spazi universitari».
La sicurezza cambia parecchie cose. Un posto occupato,
Distanziati La prima lezione «dal vivo» ieri all’università