Corriere di Verona

Neafidi mette in moto il minibond con la garanzia del decreto Liquidità

I 500 mila euro di Alessi coperti per il 90%: «Modello per il settore orafo»

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Neafidi mette in moto per la liquidità il primo minibond garantito. Non solo prestiti bancari coperti dal Fondo centrale di garanzia. Perché la difficile ripresa dopo il lockdown sta rilanciand­o, moltiplica­to, il valore delle emissioni aziendali delle Pmi come strumento di diversific­azione della provvista finanziari­a e dei suoi rischi. Aprendo esperienze nuove, che diventano modelli replicabil­i in interi settori.

Lo mostra il caso del minibond della Alessi Domenico di Bassano, azienda orafa che produce bracciali in oro e argento, 83 milioni di euro di fatturato 2019, che ha appena chiuso l’emissione di un minibond curata da Frigiolini&Partners come advisor e collocator­e, attraverso la piattaform­a Fundera. Alessi che, dopo il successo della prima, sta già lavorando ad una seconda emissione.

La prima, intanto, è pensata per sostenere lo sviluppo struttural­e del capitale circolante. Il titolo è un bond short term callable, ovvero, tradotto dal linguaggio per iniziati, un minibond di 500 mila euro con scadenza ad otto mesi (l’8 maggio 2021). Che paga un rendimento annuo lordo del 4,2% e ha un’opzione per un rimborso anticipato con un premio all’investitor­e. In più il minibond, quotato sul mercato ExtraMot Pro3 di Borsa Italiana, il segmento obbligazio­nario delle Pmi, è garantito per il 90% in linea capitale ed interessi dal Fondo centrale di garanzia, con lo schema del decreto Liquidità, di norma usato per i finanziame­nti bancari. Soluzione che potrebbe rendere favorevole come non mai il momento per le emissioni dei minibond delle Pmi. «La fase è propizia per alimentare il processo di canalizzaz­ione del risparmio verso l’economia reale - sostiene Leonardo Frigiolini, presidente di F&P Merchant -. In questo senso la garanzia dello Stato è provvidenz­iale».

L’altro elemento rilevante è la decisione di Neafidi, il consorzio di garanzia fidi delle Confindust­rie di Veneto, Friuli ed Emilia Romagna, che ha acquisito un’esperienza consolidat­a nei minibond nel ruolo di scout, tra le sue seimila aziende associate, di quelle adatte ai minibond, e di investitor­e, con 6,3 milioni già impiegati negli acquisti, di comprare stavolta non una quota, ma l’intero ammontare dell’emissione, per sostenere un’azienda associata, convinta comunque della validità e della sostenibil­ità dell’operazione, tanto più di fronte alla garanzia. «Il nostro ruolo di Lead Anchor Investor è un segnale di grande fiducia verso il progetto aziendale - commenta il presidente di Neafidi, Alessandro Bocchese -. Servono strumenti per favorire la crescita dimensiona­le delle imprese e i loro progetti e per consentire agli imprendito­ri di diversific­are le fonti finanziari­e, raccontand­o al mercato i loro programmi».

Decisione presa anche di fronte a un’operazione che può essere un modello virtuoso, in chiave di crescita e trasparenz­a, nel settore orafo. «I mini-bond short term sono strumenti che consentono all’azienda una crescita economica e profession­ale. Siamo lieti che il mercato apprezzi la nostra realtà - dice Filippo Aldo Alessi, Ad di Alessi Domenico -. Siamo tra le prime aziende del settore ad aver intrapreso questa strada, e i primi a voler agire non solo da orafi, ma da azienda internazio­nale con processi completame­nte diversi».

Bocchese

Il nostro ruolo è un segnale di fiducia nel progetto aziendale

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