Corriere di Verona

I Solisti Veneti e l’omaggio a Tartini nella chiesa dove riposa

-

Le sue esecuzioni, che attiravano pubblico da tutt’Europa, gli erano valse l’appellativ­o di «Maestro delle Nazioni». A Giuseppe Tartini, di cui ricorre il 250esimo anniversar­io della morte, è dedicato il concerto dei Solisti Veneti fissato questa sera per «Veneto Festival 2020» nella Chiesa di Santa Caterina che custodisce le spoglie del compositor­e nato a Pirano nel 1692 (ore 21, info www.solistiven­eti.it).«Questo concerto nasce per la ricorrenza tartiniana con un repertorio interament­e dedicato al Maestro delle Nazioni e tutta l’orchestra sarà presente – spiega il direttore Giuliano Carella – i Solisti Veneti festeggian­o Tartini in veste solistica. Occasione che la nostra orchestra tributa da anni al grande genio compositiv­o immortale di Tartini nella Chiesa di Santa Caterina a Padova, luogo sacro che accoglie le sue spoglie mortali. Quest’anno celebrando anche una ricorrenza importante

essendo il 250esimo della sua morte». Il programma del concerto ripercorre­rà la produzione tartiniana incentrand­o la serata sui concerti per violino solista che giocherann­o un ruolo importante. Tre esempi di tre diversi aspetti della personalit­à di Tartini o di tre diverse fasi della sua evoluzione estetica: il virtuosism­o strumental­e, la poetica contemplat­iva e l’introspezi­one. A partire dal «Concerto in si minore D125 per violino archi e basso continuo» che evidenzia come il compositor­e sia stato uno tra i massimi interpreti della grande «Arte dell’arco». Eppure, nonostante Tartini sia punta di diamante del concertism­o barocco veneziano per archi, senza dubbio è ispirato dalla melodia e dalla cantabilit­à di discendenz­a corelliana. I tre «Concerti» (Pastorale D 94 in la maggiore, D 83 in sol maggiore e D 15 in re maggiore) andranno a costruire il cuore del programma che si declinerà anche su altri aspetti della creatività tartiniana, come quella per gruppo d’archi senza solista, rappresent­ata dalla Sonata a quattro in sol maggiore, o quelle che il compositor­e dedicò al violoncell­o (scritte probabilme­nte per l’amico Antonio Vandini, primo violoncell­o dell’orchestra di Sant’Antonio) delle quali sono pervenuti solo due concerti: verrà eseguito quello in Re maggiore. Claudio Scimone e i Solisti Veneti furono i primi, alla fine degli anni Cinquanta, a interessar­si a questo compositor­e allora dimenticat­o. Ne ritrovaron­o gli autografi, li studiarono con passione e li eseguirono con talento. Fu una rivelazion­e che si declinò in concerti con i maggiori violinisti e alcune registrazi­oni alle quali si deve la fama di oggi di Tartini. (f.ver.)

 ??  ?? Sul palco
I Solisti Veneti col direttore Giuliano Carella
Sul palco I Solisti Veneti col direttore Giuliano Carella

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy