La geografia del voto a Verona
L’analisi dei flussi in terra scaligera: i singolari record di San Mauro di Saline, Brenzone, Garda e Povegliano
San Mauro di Saline, 500 abitanti sulle VERONA pendici della Lessinia, è paese di record singolari. Nel 2006 fu il comune italiano con la maggior percentuale di sì (l’80%) al referendum costituzionale del governo Berlusconi, che guarda caso conteneva pure un taglio dei parlamentari, in quel caso sonoramente bocciato nel resto del paese. Quanto a redditi dichiarati, si è trovato fanalino di coda tra i 98 comuni della provincia veronese (dati 2008). Il record di quest’anno riguarda il tributo riservato a Luca Zaia: un 93,1 per cento che è la percentuale in assoluto più alta nel Veneto.
A ben vedere, l’intera fascia pedemontana scaligera entra a far parte di diritto del cuore dello Zaiastan, quella terra allo stesso tempo reale e immaginaria dove il governatore veneto ha percentuali da repubbliche ex sovietiche. Basta guardare Badia Calavena, feudo di Stefano Valdegamberi, che della lista del governatore è l’indiscusso campione di preferenze regionale. In questo centro di duemila abitanti Zaia ha oltre il 91 per cento dei voti. Simili plebisciti li riservano Velo Veronese, Selva di Progno, Erbezzo, Roverè, Sant’Anna d’Alfaedo. Ma qualche enclave di Zaiastan – con Zaia insomma attorno al 90 per cento – la si ritrova anche in altre parti della provincia, come a Roverchiara 90,1% - o nella Concamarise del sindaco-senatore leghista Cristiano Zuliani, dove si ferma all’89,9 per cento. Per tacere di tutta una serie di altri comuni - da Albaredo d’Adige a Oppeano, da Pressana a Zimella, solo per citarne alcuni - dove siamo più vicini al 90 che all’80 per cento.
L’intera geografia elettorale del Veronese è stata riscritta dal voto del 20 e 21 settembre, al punto che nessun angolo è rimasto al riparo dall’ondata di Zaia. Per gli sconfitti è davvero complicato trovare qualche segnale di speranza cui aggrapparsi per una rinascita (elettorale) nel prossimo futuro. Il risultato peggiore per la coalizione del governatore - se di peggiore si può parlare - è il 63,47 per cento conquistato tra gli elettori della prima circoscrizione del Comune di Verona: siamo in piena Ztl, dove risiede un elettorato tradizionalmente non troppo favorevole alla Lega e al centrodestra. Eppure, anche qui Zaia l’ha fatta da padrone.
Infine, qualche curiosità. Il centro storico del comune capoluogo è anche l’unico corpo elettorale nel Veronese dove il referendum si è risolto in un sostanziale pareggio, anche se anche qui il «Sì» ha prevalso, seppur di una manciata di voti. Fratelli d’Italia è andata molto bene nel Veronese un po’ dappertutto, ma ha fatto un vero e proprio exploit con il 39,2% a Brenzone sul Garda, il cui sindaco, Davide Benedetti, è un fedelissimo di Massimo Giorgetti. Magra consolazione invece per Italia Viva: a Garda, dove è sindaco il neorenziano Davide Bendinelli, ha registrato un 5% contro il deludente 1% della media veronese. A Povegliano si è fatto sentire l’effetto Anna Maria Bigon: l’ex sindaco, riconfermata consigliere regionale, ha portato il suo Pd al 18,6%, record veronese per questa tornata.