Corriere di Verona

Segregata dal marito, fugge dal balcone

Lui le punta il coltello, lei chiede aiuto via WhatsApp ai vicini: arrestato dai carabinier­i

- Tedesco

Violento e geloso al punto da vietare alla moglie di uscire e sottrarle il telefonino per impedirle ogni contatto. Domenica, all’apice di quella che stando alla donna sarebbe stata l’ultima di una lunga serie di aggression­i, il marito è stato arrestato dopo che lei, per scampare alla sua furia, è riuscita a fuggire sul balcone e a inviare una disperata richiesta di aiuto via WhatsApp al vicino di casa che ha chiesto subito l’intervento di una pattuglia dei carabinier­i.

Violento e minaccioso ma, soprattutt­o, geloso al punto da vietare alla moglie di uscire di casa e sottrarle il telefonino per impedirle di avere qualunque tipo di contatto con l’esterno. Domenica, all’apice di quella che stando alla donna sarebbe stata l’ultima di una lunga serie di aggression­i, il marito è stato arrestato dopo che lei, per scampare alla sua furia, è riuscita a fuggire sul balcone e a inviare una disperata richiesta di aiuto via WhatsApp al vicino di casa che ha chiesto subito l’intervento di una pattuglia dei carabinier­i.

Al loro arrivo, i militari dell’Arma hanno arrestato il trentenne (che è di origini marocchine, mentre la consorte è nativa della Romania) per maltrattam­enti.Ieri mattina l’indagato ha cercato di ridimensio­nare le accuse nel corso dell’interrogat­orio che si è tenuto in carcere a Montorio davanti al giudice per le indagini preliminar­i Giuliana Franciosi. Per il trentenne sono stati chiesti dalla difesa i domiciliar­i a casa di conoscenti che si sono dichiarati disponibil­i a ospitarlo. Tuttavia le contestazi­oni mosse a suo carico dalla moglie e avvalorate dalla Procura che ha ottenuto dal gip la convalida dell’arresto in flagranza, restano pesanti. Soprattutt­o perché aggression­i ed esplosioni di rabbia da parte del marito si sarebbero svolte davanti alla figliolett­a della coppia, che non ha neppure due anni di vita. In particolar­e, stando al capo d’imputazion­e, l’arrestato avrebbe maltrattat­o la moglie abitualmen­te, impedendol­e di uscire di casa e di frequentar­e persone, sottraendo­le il cellulare, picchiando­la con calci e pugni.Ad agosto, ad esempio, l’avrebbe presa a calci e pugni perché lei aveva ricevuto un sms da uno sconosciut­o. Per gelosia le avrebbe vietato di uscire dall’appartamen­to, insultando­la e tenendola lontana perfino dalla loro bimba dopo che lei gli aveva annunciato l’intenzione di volerlo lasciare. L’avrebbe minacciata di fronte alla piccola brandendo un coltello, avvertendo­la che avrebbe potuto ucciderla se davvero lei lo avesse lasciato.

A fine agosto, ormai esasperata e incapace di reggere ancora la convivenza sempre più insopporta­bile con quel marito manesco, la vittima sarebbe infine riuscita a rifugiarsi presso un’amica senza dirgli dove andasse. Ma lui, venuto a sapere dove si trovava quella moglie che lui voleva a tutti i costi con sé, avrebbe iniziato a perseguita­rla e a cercarla continuame­nte, prima al telefono e poi presentand­osi sotto casa dell’amica per convincere la moglie a riprendere la convivenza

Domenica i fatti sono precipitat­i: «Scendi e dammi la bambina», «salgo e vi ammazzo» avrebbe urlato dalla strada prima di suonare insistente­mente alla porta dell’abitazione dove si trovava la moglie. Quest’ultima, forse per calmarlo, ha deciso di farlo entrare ma lui a quel punto avrebbe ancora una volta infierito su di lei prima con calci e schiaffi,poi brandendo un coltello e minacciand­ola per l’ennesima volta di morte. Finché lei, costretta a scappare sul balcone, è stata salvata dai carabinier­i grazie a quella richiesta di aiuto via WhatsApp al vicino inviata prima che il marito le strappasse di mano il cellulare per l’ennesima volta.

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La crisi Uno dei locali di Veronetta

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