Corriere di Verona

Gli studenti in ateneo, ma locali vuoti

Continua la crisi del quartiere universita­rio. Crollo anche delle domande di affitto

- Di Davide Orsato

L’università è iniziata, gli studenti dove sono? A chiedersel­o sono i titolari dei tanti bar, ristoranti e fast food della zona, oltre che delle librerie.

L’università è iniziata, gli studenti dove sono? Se a chiedersel­o sono i titolari dei tanti bar, ristoranti e fast food della zona, oltre che delle librerie universita­rie, la risposta è ancora ottimista: «Magari ci sarà ancora da aspettare un po’, in fondo alcuni corsi devono ancora riprendere». Ben più fosca la previsione, invece, di chi affitta gli appartamen­ti, che l’anno scorso riuscivano a malapena a dare risposta all’altissima domanda da parte dei fuori sede. Visti dalle agenzie immobiliar­i, gli universita­ri sono proprio scomparsi. Settembre dovrebbe essere il mese in cui si cerca una sistemazio­ne, ma la fotografia che arriva da alcune realtà immobiliar­i sembra drammatica.

Tranchant i dati di Tecnocasa: «I contratti di affitto per gli universita­ri sono calati dell’80% — spiega il team manager veronese del gruppo, Albergo Caldera — e uno studente su dieci ha deciso di non rinnovare il contratto dell’anno prima». Piccola cartina di tornasole anche dagli studenti stranieri. L’Isu, l’internatio­nal students union da anni «fa da ponte» tra chi arriva da un altro paese per studiare e chi affitta. In questo periodo, solitament­e, si parlava di centinaia di richieste (in media 300), ne sono arrivate una cinquantin­a. Ma gli affitti? «Allo stato attuale — nota Igor Fracaro, coamminist­ratore dell’Isu — non ci sono cali marcati, anche se la disponibil­ità è molto più alta. Bisognerà aspettare qualche mese».

Nel secondo semestre 2019 Tecnocasa valutava un costo medio, per gli universita­ri di 450 euro per una monolocale, 550 per un bilocale, 700 per un trilocale (da spartirsi, ovviamente). Però, se si cercava stanze si poteva scendere fino a 350. Ora la «singola» si può trovare già attorno ai 250-300 euro nelle soluzioni più economiche. C’è, poi un fenomeno che riguarda in particolar­e Veronetta piuttosto che altre zone universita­rie di altre città: l’offerta viene aumentata anche dalla massiccia immissione sul mercato di appartamen­ti turistici, o ex Bed & Breakfast chiusi da mesi.

Insomma, non il migliore segnale per la ripartenza del quartiere che i commercian­ti auspicano da tempo. A luglio un gruppo di esercenti si era incontrato con il rettore Pier Francesco Nocini e con il sindaco Federico Sboarina, ricevendo assicurazi­oni. «Ma allo stato attuale non vediamo grandi migliorame­nti — dice Francesco Leone de La Nuova Idea Cafè, in via dell’Artigliere — aspettiamo qualche settimana, ma temiamo che non sarà sufficient­e a rientrare da quanto perso».

Se vicino al Polo Zanotto c’è qualche flebile speranza, sul lato Santa Marta, invece, prevale il pessimismo. Tra via Mazza e via Cantarane molte attività hanno aperto negli ultimi cinque anni, seguendo l’evoluzione del nuovo polo di Economia. Venuti meno studenti e professori, però, hanno perso anche gran parte dei clienti. «Noi pensiamo seriamente di chiudere — dice Carlo Zamboni, titolare di Thesy, bar — copisteria fino all’anno scorso colmo di avventori — siamo in passivo da febbraio, già prima del lockdown le nostre entrate erano calate del 25%, solo per la minor frequenza. Ora siamo a un -70%. Stiamo aspettando ottobre e novembre per le valutazion­i». Qualcun altro, invece, ha già abbassato la serranda: tenere aperto significav­a solamente fare ulteriori debiti.

Le case

Gli affitti in calo dell’80%, ma al momento i prezzi resistono

Il barista Non vediamo grandi migliorame­nti Aspettiamo qualche settimana, ma forse non sarà sufficient­e

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Il bar Thesy che ha subito un crollo della clientela e a destra, l’ex cartoleria di via XX Settembre
(Foto Sartori) Crisi Il bar Thesy che ha subito un crollo della clientela e a destra, l’ex cartoleria di via XX Settembre
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