Corriere di Verona

Verona, in città FdI sorpassa a destra il Carroccio

- (m.s.)

I tanti «perché» di un 16% a suo modo storico. «Perché le persone che conosco e che hanno votato Fratelli d’Italia sono tutte persone stufe delle “salvinate”», dice Claudia, mentre corre verso l’autobus di fianco alla Gran Guardia, suggerendo di osservare la cosa tramite la lente del Palazzo. «Perché qui in Borgo Roma, da due-tre anni, con Polato assessore c’è un po’ più di sicurezza», fa Andrea Bertaiola, fuori da un bar del quartiere-simbolo, rispecchia­ndosi in un eterno cavallo di battaglia elettorale. «Perché bastava guardare i nomi della lista: Polato, Casali, Giorgetti, Valente… oh, sono nomi grossi per la città», riflettono i titolari di due bar del centro, ricordando il fattore della riconoscib­ilità. Il giorno dopo lo spoglio, Verona è la città dove il partito di Giorgia Meloni vola. È qui che FdI timbra sette punti in più rispetto al 9 per cento in Veneto. Soprattutt­o, è qui che la Lega finisce sorpassata dall’alleato. E allora la domanda: perché? Di gente stupita, in strada, se ne incontra poca. Secondo Susanna Saccardi, che risponde raggiungen­do a piedi Piazza Bra, ciò che succede a Roma ha avuto il suo peso: «Tranne che sul referendum, per il resto la Meloni è sempre stata coerente, Salvini no. La Lega non ha gestito bene la vecchia alleanza con i 5s e io sono ancora sconcertat­a dal suicidio politico di Salvini, cioè mollare quel governo. Quelli della lista di FdI poi, da Polato a Casali, sono stati molto presenti sul territorio». Quel che diceva la già citata Claudia («Tanti che sento sono stufi di Salvini») rimbalza anche in Borgo Roma, dove sono piovute crocette e dove abita l’assessore comunale alla Sicurezza, Daniele Polato, mister preferenze della lista meloniana veronese. Alla Tabaccheri­a Vigilante di via Tombetta si ascolta il sunto di Franco: «Salvini parla troppo. La Meloni è più concreta, quello che dice lo fa, e poi è tosta, va dritta al punto». Basta il termometro romano per spiegare il risultato scaligero? «Vero, la Meloni dà una sensazione di maggior linearità — risponde Grazia, appena uscita dal fruttivend­olo — ma poi contano i volti della lista: è gente che qui si fa vedere e so che hanno lavorato bene». E lì si torna al pensiero di Andrea Bertaiola, uno di quelli che hanno votato FdI perché «è l’unico partito davvero presente da queste parti». Di quel partito l’emblema veronese è appunto Polato. Che ieri, al telefono, diceva: «Il sorpasso sulla Lega? Vuol dire che il lavoro fatto anche dalla Meloni, venuta qui più volte, si è sentito, così come quello del senatore Adolfo Urso, spesosi per la città sui temi della fiera e del turismo. Abbiamo ampi margini per crescere e scrivere una nuova storia per Verona. Siamo alleati leali di Zaia. E vogliamo che la nostra città conti di più». A Verona, oggi, FdI conta parecchio.

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