Corriere di Verona

L’astro nascente dei dem «Io leader? Ora è presto»

- Alessio Corazza Gian Maria Collicelli

«Io ho avuto tantissimo, e quindi nessun rimpianto, nessuna recriminaz­ione. E tuttavia...». In consiglio regionale ininterrot­tamente dal 1995, con ben 4 legislatur­e da assessore, Massimo Giorgetti ha mancato la riconferma per la sesta volta.

Sarebbe stato un record assoluto.

Si è fermato a un ragguardev­ole bottino, 7.133 preferenze, a un’incollatur­a da Stefano Casali, mentre là davanti, a quasi 11 mila voti, c’è inarrivabi­le

Daniele Polato. Entrambi new entry di Fratelli d’Italia, il primo viene da Forza

Italia, il secondo è un ex tosiano vicino al mondo cattolico.

Giorgetti, è stato battuto dai nuovi acquisti del partito...

«Faccio i compliment­i a Polato, che avrà l’onere e l’onore di rappresent­arci a Venezia. Ciò detto, questa strategia di allargamen­to qualche problema politico lo pone».

Fratelli d’Italia ha in Verona la sua nuova roccaforte elettorale.

«Certo, abbiamo fatto un grande risultato. Ma ora si tratta di andare in Regione e rappresent­are la visione del partito in un confronto politico con Zaia che non sarà facile».

In che senso?

«Sarà ancora più Doge, ha il potere assoluto e si comporterà di conseguenz­a. E, prima della fine della legislatur­a, dovrà trovare una nuova collocazio­ne».

E lei, dopo 25 anni in Regione?

«Rimango a disposizio­ne»

Era considerat­o l’astro nascente del centrosini­stra vicentino, ora rischia di diventarlo anche a livello veneto. Grazie a 11.515 preferenze alle Regionali, Giacomo Possamai (Pd) è infatti guardato da molti come possibile leader. E lui lo sa bene. Già capogruppo Pd a Vicenza, sconfitto alle primarie alle Comunali nel

2018, ora è il consiglier­e regionale con «appena» 87 voti in meno dell’assessore regionale uscente Roberto Marcato (Lega,

11.603 voti).

Possamai, si aspettava di essere uno dei più votati?

«Non in questi termini ma ho fatto campagna elettorale sul territorio, credo sia frutto di quel lavoro».

Lei ha appena 30 anni e siederà in consiglio regionale. Che effetto fa?

«Credo che questo voto rappresent­i un messaggio molto forte, quello di una nuova generazion­e che si prepara a rappresent­are i cittadini in Veneto».

Il Pd però in Veneto esce con le ossa rotte...

«È una sconfitta pesante, forse registriam­o il minimo storico. Non è certo per colpa di Lorenzoni, ma perché non si è percepita un’alternativ­a fino in fondo.

Giorgetti Luca sarà ancora più Doge, ha il potere assoluto e d’ora in poi agirà di conseguenz­a

E anche perché siamo arrivati tardi. Ora bisogna costruire subito una vera alternativ­a al dopo-Zaia».

Si parte dal suo nome? «Non si parte da un nome ma dal fatto che il Pd ha bisogno di allargarsi e dialogare con i mondi di riferiment­o. E non fra tre anni, ma ora».

Possamai Siamo al minimo storico ma Lorenzoni non ha colpe, siamo partiti tardi

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