Cacciavite contro il fratello, condannato
Lite per lavoro: muratore rischiava 6 anni ma per il giudice non voleva ucciderlo
L’accusa chiedeva 6 anni e 4 mesi di reclusione per tentato omicidio volontario pluriaggravato, il giudice con la sua sentenza gli ha inflitto 2 anni e 10 mesi per la meno grave accusa di lesioni volontarie. Questo, ieri, l’esito conclusivo del processo con rito abbreviato (e garantendo quindi all’imputato uno sconto di pena pari a un terzo) che si è tenuto davanti al giudice per l’udienza preliminare Livia Magri nei confronti del muratore albanese di 68 anni di Torri del Benaco che il 26 novembre scorso a Bovolone ferì il fratello a colpi di cacciavite.
Finito subito in cella, Ferdi Jace è stato scarcerato a fine marzo e ieri, assistito dall’avvocato Simone Bergamini, si è visto derubricare la contestazione di «tentato omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal rapporto di parentela» in quella meno grave di lesioni volontarie, mentre è stato assolto dalla seconda imputazione, ovvero il porto abusivo del «cacciavite con lama lunga 10 centimetri usata - recitava il capo d’accusa - per aggredire e colpire il fratello». Davanti al gip, quando venne interrogato all’indomani dell’arresto in flagranza, il 68enne aveva cercato di sostenere la tesi della legittima difesa, spiegando di aver reagito ai pugni con cui sarebbe stato colpito per primo dalla vittima, il fratello minore. Quest’ultimo, con cui i rapporti si erano deteriorati irrimediabilmente 17 anni fa pare per ragioni legate al lavoro, era stato ferito con il cacciavite dal 68enne, che avrebbe infierito su di lui con quella presunta «arma» (che in realtà lui sosteneva di aver detenuto in auto per ragioni legate al suo lavoro di muratore) «al volto, in zona addominale e al costato sinistro». Stando alla ricostruzione delineata dal pm, l’accusato avrebbe «cercato di colpire il fratello più volte», mentre il 68enne diceva di essersi solo difeso. Nel capo d’imputazione, lo si accusava inoltre di essersi appostato nei pressi dell’abitazione del fratello e di averlo poi seguito alla guida di un’Audi non appena la vittima si allontanava a bordo del suo furgone. Infine, nel momento in cui vedeva il fratello scendere, l’avrebbe aggredito con il cacciavite.