Corriere di Verona

Hellas rimaneggia­to Le mosse di Juric anti-Sassuolo

Tante assenze e l’interrogat­ivo a destra per spiazzare: Cetin o Colley?

- Matteo Fontana

Fruga nel cassetto, Ivan Juric, in cerca della «mano» buona con carte che si sono ridotte ancora. Arriva il Sassuolo, con il suo legittimo carico di ambizioni frutto di una classifica brillante, di una rosa ampia e colma di talento – non fa così rumore nemmeno l’assenza di Francesco Caputo, bomber fuori dai giochi per infortunio – e della capacità di esprimere un calcio che «ruba» l’occhio a osservator­i e appassiona­ti.

Il Verona si presenta alla sfida del Bentegodi con un elenco di pedine mancanti che invece di ridursi si è allungata, durante la sosta per gli impegni delle Nazionali. Si è fatto male con l’Under 21 dell’Italia, intanto, Matteo Lovato. La positività al Covid-19, rilevato mentre era con la Serbia, ha bloccato Darko Lazovic. E se Davide Faraoni, Kevin Ruegg, Ronaldo Vieira e Andrea Favilli non ci sono, è chiaro che Juric si siede di fronte alla scacchiera, per l’incrocio tutto «giochista» con Roberto De Zerbi, privo di torri e alfieri. «Quest’anno va così, ci dobbiamo adeguare», fa l’uomo di Spalato, che si è messo a lavorare ancor più di buzzo buono, al centro sportivo di Peschiera, per studiare nuove soluzioni, utili per tirare di qua piuttosto che di là una coperta corta. E se anche il rientro di Miguel Veloso non garantisce totale autonomia per il Professore portoghese («Ci vuole tempo perché sia pronto: il titolare sarà Ivan Ilic», la spiegazion­e di Juric), l’enigma lasciato a girare con una frase che apre le porte a diversi quesiti («Abbiamo un’ipotesi più offensiva e una più difensiva») si rivolge per intero alla fascia destra rimasta scoperta, in sequenza, da Faraoni, Ruegg e Lazovic.

Mert Cetin per stare maggiormen­te coperti, oppure

Ebrima Colley per lanciarsi fuori dal bastione con la forza delle gambe da sprinter del gambiano: questo è l’interrogat­ivo che alimenta le ultime ore prima del via alla partita. Dopo, ci sono i punti fermi:

Marco Silvestri in porta, Federico Ceccherini e Giangiacom­o Magnani (eventualme­nte con Cetin, non dovesse essere dirottato in fascia, oppure con Pawel Dawidowicz), Adrien Tameze con Ilic a centrocamp­o, Federico Dimarco a correre sulla fascia sinistra. Nikola Kalinic è l’«hitman» designato, con la voglia matta di segnare per la prima volta con la maglia del Verona, e a supporto Antonin Barak – a proposito di gol, il ceco ne ha infilati tre negli ultimi 180’, tra Benevento e Milan – e Mattia Zaccagni, fresco di convocazio­ne in nazionale. De Zerbi con l’Hellas, in serie A, non ha mai perso: ci ha vinto con il Benevento, come pure con il Sassuolo, con cui ha poi pareggiato nel dirompente 3-3 del 28 giugno scorso.

Un filotto che il Verona e Juric tenteranno di spezzare con le armi che hanno a disposizio­ne, a dispetto di quelle grane che non conosco sosta. Servirà, ancora di più, avere l’autentico spirito Hellas, per strappare punti pesanti e restare a pieno titolo nella scia delle «big».

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