Festa senza distanziamento, stangata al locale
Controlli in centro, più gente ma vendite ferme
Dentro un sabato con ben più afflusso rispetto al deserto di sette giorni fa, il centro storico ha visto ieri un locale di Piazza Erbe — cuore del rito del brindisi — colpito dalla sospensione della licenza per cinque giorni. È successo un’ora prima della chiusura, intorno alle 17, quando le forze dell’ordine, su segnalazione per schiamazzi arrivata in questura, sono intervenute al plateatico dell’osteria Ai Lamberti. C’era un compleanno, circa una quindicina di persone, tutti giovani: mancato rispetto del distanziamento tra di loro, la contestazione, con sanzione amministrativa da 400 euro per l’attività ma multa che scatterà anche per la quindicina di clienti, cui sono stati chiesti i dati. «I tavoli erano distanziati come da norma», dice Chiara Castagnini, socia titolare del locale insieme a Sabrina Bergamasco, con quest’ultima a raccontare: «Ho litigato con tutti loro per farli allontanare, ragazzi tra i venti e ventidue anni, erano difficili da gestire».
Detto che in alcuni casi la serrata alle 18 non fa che anticipare di qualche ora il climax alcolico, il centro città esce come detto da un sabato in cui non solo Piazza Erbe ma anche le altre vie del passeggio, specie a metà mattinata e dopo il primo pomeriggio, hanno ritrovato un po’ di giro. I controlli fissi di una settimana fa hanno lasciato il posto a controlli dinamici. Certo, nei negozianti c’era ancora il sangue amaro per il cartello autostradale di otto giorni orsono, «Passeggio vietato in centro», poi archiviato dal Comune dopo le proteste del mondo del commercio. «Mi hanno chiamato due clienti, uno di Parona, l’altro di Vicenza, volevano sapere se c’erano ancora problemi a entrare in centro: per dire che, nonostante abbiano tolto quella comunicazione, il segnale ormai è passato», così Maurizio Menghini di Corso Quindici, negozio di Corso Sant’Anastasia. In centro ci si può andare se il giro è motivato: acquisti, un caffè o un pranzo, visitare un amico, ad esempio. Quanto al primo punto, l’economia non si schioda dalla cornice di un pubblico che, già di per sé drasticamente calato, sta risparmiando. Trend confermato da più «sentinelle». Vedi Mazzonetto, via Stella, uno dei tanti negozi che anticipano la chiusura in parallelo al coprifuoco dei locali: «La situazione del giro è peggiorata da fine ottobre con la distinzione in zone, noi chiudiamo un’ora prima perché dalle 18 la città si svuota, quanto ad affari se il novembre scorso fu il migliore mese del 2019, rispetto ad allora, dopo ventuno giorni siamo a nemmeno un/terzo».
Ancora Menghini di Corso Quindici: «In una settimana andata bene abbiamo incassato quanto in un giorno ai tempi normali, avrebbe più senso che chiudessero tutto, anche perché gli aiuti in primavera sono arrivati e si può resistere a stare fermi». Altro negozio, Xetra, via Quattro Spade: «Oggi c’è stato movimento soprattutto la mattina, comunque anche noi chiudiamo mezzora prima». Da Ferrari, Corso Portoni Borsari: «Un po’ più di movimento la mattina, sì, ma dalle 18 è un disastro». Alla Fontana, storica merceria di Piazza Erbe, affacciata sui plateatici dei locali, raccontavano: «C’è più gente rispetto a sabato scorso, ma l’andazzo è quello lì e alle 18 finisce la giornata. I locali? Oggi un po’ più di confusione…». Erano le 16 e l’intervento ai Lamberti sarebbe scattato poco dopo.
La titolare
« Tavoli distanziati, ho litigato per farli allontanare ma erano difficili da gestire»