Test rapidi in 500 farmacie
Siti di stoccaggio: pronto il piano vaccini. Ordinanza, Zaia annuncia una nuova stretta
Sono cinquecento, circa un terzo, i farmacisti veneti che hanno dato la disponibilità a fare i tamponi rapidi che saranno presto distribuiti dalla Regione. I dati epidemiologici intanto mostrano timidi segnali di inversione di tendenza anche se la situazione resta difficile: superato ieri il muro dei 300 ricoveri in terapia intensiva e Zaia annuncia la proroga dell’ordinanza. Al vaglio anche nuove misure restrittive. Tutti aspettano con ansia la distribuzione del vaccino per il quale il Veneto ha già un piano: i 5 ospedali maggiori hanno pronti i siti di stoccaggio con frigo in grado di scendere a meno 80 gradi.
Mentre i veterinari ci stanno ancora pensando, anche in attesa del via libera dal ministero della Salute, i farmacisti veneti hanno deciso di cominciare a fare i tamponi rapidi. Gli stessi eseguiti dal 54% dei medici di famiglia, che finora hanno individuato 6016 pazienti contagiati dal coronavirus sui 40.974 testati.
Già 500 iscritti a Federfarma (su 1200 soci e 1400 professionisti) hanno aderito alla richiesta dell’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin. «I test saranno eseguiti in regime convenzionato, quindi a carico della Regione, che ce li fornirà e ci indicherà le modalità dello screening — annuncia Andrea Bellon presidente di Federfarma Veneto —. Ferme restando le condizioni di sicurezza da garantire a utenti, farmacisti e collaboratori, attraverso un protocollo d’intesa. I tamponi potranno essere eseguiti dopo la chiusura, in locali con accesso diverso da quello principale». Una seconda ipotesi verte o sull’allestimento di gazebo o altre strutture esterne, oppure sul ricorso a spazi messi a disposizione dai Comuni o dalla Protezione civile (tende, per esempio).
«I tamponi rapidi, che garantiscono l’esito entro 15 minuti, saranno effettuati da infermieri specializzati — precisa Bellon — ricorreremo a liberi professionisti che già collaborano con le farmacie e che magari potranno offrire questo servizio a più presidi. Il progetto prevede inoltre che i pazienti debbano presentarsi con la prescrizione del medico di famiglia». Per loro la prestazione sarà gratis, mentre i farmacisti riceveranno dalla Regione un rimborso tra i 15 e i 18 euro, a seconda se urbane o rurali, per coprire la spesa degli infermieri. L’accordo ricalca quello già firmato dalla Provincia di Trento ma in Veneto l’iniziativa partirà a inizio dicembre.
Stasera intanto scade l’ordinanza con le nuove misure anti-assembramento firmata da Zaia lo scorso 12 novembre e che prevede la chiusura al sabato e alla domenica anche dei negozi di media e grande distribuzione, oltre alla serrata dei centri commerciali, e le serrande abbassate per tutti gli esercizi nei festivi; la somministrazione di cibo e bevande, nei locali, solo al tavolo dalle 15; le transenne per i mercati all’aperto. «Non sono sacrifici enormi, quindi la rinnoverò per altri 15 giorni, anche perché il 3 dicembre è previsto il nuovo decreto Conte — rivela il presidente della Regione —. Oltre a confermarne il contenuto, penso ad ulteriori diktat, non di impatto sull’economia ma sui comportamenti. Per esempio stiamo vedendo se è possibile agevolare le biblioteche e il prestito dei libri dato che, con la chiusura di bar e ristoranti alle 18 e il coprifuoco alle 22, stando a casa magari cresce la voglia di leggere. Restare in area gialla comporta la grande preoccupazione di una sottovalutazione dell’emergenza — ammonisce Zaia — ma attenzione, ci vuole un attimo a finire in zona rossa».
I ricoveri stanno leggermente scendendo, ma non a Verona, Vicenza e Venezia, dove continuano a salire e comunque sono sempre più numerosi delle dimissioni. E il picco deve ancora arrivare. In virtù di questa situazione, si pensa a prorogare i direttori generali delle Usl, che scadono il 31 dicembre, e a rimandare la nomina del dg della Sanità regionale. «In un quadro di crisi cerchiamo di portare avanti un gruppo di lavoro che funziona e di non inserire un estraneo», conferma Zaia.