In arrivo 272 mila dosi di vaccino Individuati i siti per lo stoccaggio
Saranno consegnate agli ospedali di Padova, Verona, Vicenza, Treviso e Mestre. Precedenza a sanitari e anziani delle Rsa
Scade domani il termine imposto alle Regioni dal commissario per l’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, per presentare il «Piano di fattibilità della prima fase di somministrazione del vaccino anti Covid-19». Con una email inviata nei giorni scorsi ai governatori, Arcuri chiede di indicare, per ogni provincia, gli ospedali all’altezza di conservare il siero e di somministrarlo ad almeno duemila persone ciascuno, partendo da sanitari in prima linea, anziani e operatori delle case di riposo. Le Regioni devono inoltre comunicare: il numero dei dipendenti operanti in questi poli e di quelli, anche sociosanitari, attivi sul territorio e in grado di raggiungere gli ospedali indicati in 30-60 minuti; la presenza o meno nei centri elencati di congelatori per la conservazione del vaccino fino a -75 gradi; le case di riposo censite in ogni provincia, con relativo numero di ospiti e dipendenti, che possano essere raggiunte tramite Unità mobili in 30-60 minuti da uno dei presidi ospedalieri più vicini.
Si parte con il vaccino della Pfizer, quello in fase più avanzata e del quale l’Italia ha acquistato i primi 27,2 milioni di dosi, 3,4 milioni delle quali saranno distribuite alle Regioni a gennaio. Dal centro di stoccaggio di Pomezia ne arriveranno in Veneto 272mila, da suddividere tra i cinque Hub di Padova, Verona, Vicenza, Treviso e Mestre, tutti dotati dei frigoriferi tarati per scendere fino a -80 gradi. E anche del personale idoneo a somministrare il vaccino all’interno degli stessi ospedali ai 58mila dipendenti della Sanità regionale, ai 3200 medici di famiglia e ai 555 pediatri di libera scelta che lo richiederanno. E poi, sempre su base volontaria, saranno un po’ alla volta vaccinati i 30.408 anziani delle 334 case di riposo censite dalla Regione e relativi 30.345 operatori, raggiunti da Unità mobili, mezzi con due infermieri e una borsa frigo in cui riporre l’anti-Covid. Dopo 21 giorni, seguirà per tutti una seconda dose. «Per garantirne l’integrità, il prodotto va conservato 15 giorni nelle borse consegnate dal fornitore e contenenti al massimo cinque scatole con 975 dosi l’una — scrive Arcuri —. Oppure va mantenuto sei mesi in celle frigorifere a -75 gradi. Si deve utilizzare al massimo entro sei ore dall’estrazione dalla borsa o dal frigo: ogni fiala ne contiene 5 dosi».
Quando arriveranno gli altri 13,5 milioni di dosi della Pfizer e i primi 2 milioni dell’altro vaccino opzionato, quello prodotto dalla AstraZeneca e da conserva retrai 2 e i 6 gradi, saranno coinvolte ulteriori fasce di popolazione. E allora dovrebbero far parte della rete anche gli undici Covid Hospital, attivati già dalla prima ondata dell’epidemia a Schiavonia, Belluno, Vittorio Veneto, Dolo, Jesolo, Trecenta, Santorso, Villafranca, Borgo Roma, a Verona, e nelle strutture private accreditate Villa Salus di Mestre e San Camillo di Treviso. Questi centri potrebbero somministrare l’anti-coronavirus attraverso i Covid Point, creati per fare i tamponi. Non è escluso che nel momento in cui l’operazione inizierà a interessare grandi numeri, la Regione possa ricorrere all’organizzazione già rodata per il Piano anti-influenzale e quindi mettere in campo pure medici e infermieri dei Servizi di Igiene. «Una volta conclusa l’emergenza, il sistema in allestimento servirà ad altre attività — aggiunge il governatore Luca Zaia —. Intanto siamo impegnati in una ricognizione Usl per Usl, necessaria a individuare le strutture più idonee a far parte della rete. Creeremo squadre di vaccinatori e stringeremo accordi con i privati, perché ci aspetta una mole di lavoro non indifferente. E’ a buon punto, tra il Centro di ricerche cliniche di Verona e lo Spallanzani di Roma, anche la sperimentazione del vaccino italiano di Reithera». A fine mese i primi esiti, ma finora non sono emersi effetti collaterali nei volontari, tranne un po’ di febbre scomparsa dopo poche ore.
La rete
Sarà somministrato in ospedale e nelle case di riposo con Unità mobili con due infermieri l’una