Il test va a caccia di 3 diversi virus «E l’influenza per ora non c’è»
Nel referto si vedranno tre voci. Quella relativa, naturalmente, al virus Sars-Cov-2, responsabile del Covid 19, ma anche quella che dirà se si ha contratto l’influenza (di tipo A o B). E infine, se si ha in corso un’infezione dovuta al virus respiratorio sinciziale, quello che causa nei bambini più piccoli la bronchiolite, malattia che dà sintomi che potrebbero essere equivocati (febbre e insufficienza respiratoria). In altre parole: tre tamponi in uno. L’ospedale Sacro CuoreDon Calabria di Negrar è il primo del Veneto a prevedere il tampone «multiplex» per tutti i pazienti che ne hanno bisogno, i sospetti casi Covid e quanti necessitano di un ricovero. Il laboratorio interno ha cominciato ad analizzarli il 4 novembre, estendendo l’uso a tutti dallo scorso martedì. «Una scelta che porterà a chiarimenti importanti in fase diagnostica — spiega Francesca Perandin, responsabile del laboratorio di microbiologia del dipartimento di Malattie infettive e tropicali del Sacro Cuore — dato che dal punto di vista clinico è impossibile discernere quale sia il virus che causa gli effetti patologici quali febbre, tosse, difficoltà respiratorie». Nessuna differenza a livello economico, il costo rientra nel ticket. Finora sono stati effettuati a Negrar quattromila tamponi multiplex, in media 500 al giorno con punte di 700. La percentuale dei positivi al Covid si aggira intorno al 12%, mentre nessun tampone ha rilevato la presenza del virus influenzale. Da Verona arriva un secondo annuncio: la Food and Drugs Administration, l’ente regolatore per i farmaci e gli alimentari statunitense, ha autorizzato l’uso del Baricitinib, medicinale già noto per la cura dell’artrite remautoide, per i casi particolarmente gravi di Covid 19. Il via libera conferma uno studio dell’ateneo scaligero condotto in primavera.