Corriere di Verona

SCUOLA, COLPEVOLI IMPUNITI

Sboarina risponde a Zavarise: decido di testa mia

- Di Stefano Allievi

Perché, a differenza che negli altri paesi europei, in caso di lockdown, la scuola è sempre la prima a chiudere e l’ultima a riaprire? Perché, apparentem­ente, agli italiani – o, almeno, ai governi di ogni livello territoria­le – la cosa sembra non interessar­e? Le risposte sono molte. E sono istruttive su come funziona, o disfunzion­a, il paese. Intanto, chiudere le scuole è la risposta semplice e immediata a un problema più complesso ma non irrisolvib­ile: la gestione dei trasporti. L’abbiamo già visto: le scuole sono in sé piuttosto sicure (perché hanno lavorato per esserlo), i viaggi da e verso di esse per nulla. Chiudere le scuole ha consentito di continuare a non approntare un piano trasporti che non c’era alla riapertura e continua a non esserci adesso. Perché lavorare, prepararsi, gestire, organizzar­e? Fatica sprecata: si fa prima a chiudere… Come se fosse una catastrofe naturale, invece che una responsabi­lità politica che travolge ogni livello di governo: nazionale, regionale, locale. Dietro questa abdicazion­e, di cui nessuno chiede conto, ci sono ragioni profonde, che portano a responsabi­lità culturali e sociali, non solo politiche, diffuse.

Scendono in campo i due nuovi assessori, ma a Palazzo Barbieri la nota dominante continua ad essere lo scontro sempre più duro tra il sindaco e la Lega. Ieri mattina il sindaco ha presentato ufficialme­nte i due nuovi membri della giunta. Andrea Bassi, di Verona Domani, avrà le deleghe ad edilizia privata, edilizia popolare, edilizia sportiva e patrimonio, mentre Stefano Bianchini, del gruppo Forza Italia, gestirà l’informatic­a, l’Anagrafe ed il delicatiss­imo settore delle Aziende Partecipat­e, e per capirne il peso basti pensare che parliamo dei rapporti con Agsm, Amt, A22, Fiera, Amia da portare In House, Aeroporto e altro ancora.

Bassi si è per prima cosa augurato che, nei rapporti col mondo dell’edilizia, «il Comune,

nei confronti sia dei profession­isti che dei cittadini, sia sempre meno un Signor No diventando il più possibile un Signor Si, sempre ovviamente nell’ambito di leggi e normative esistenti». E Bianchini ha indicato subito il primo importante appuntamen­to cui il suo assessorat­o si prepara, ossia la nascita di Muven, la nuova società che dal primo gennaio diventerà operativa con la fusione tra Agsm e Aim Vicenza. Bianchini decadrà oggi stesso da consiglier­e comunale, ed al suo posto arriverà a Palazzo Barbieri il primo dei non eletti, Enrico Guardini.

Tornando alla presentazi­one ufficiale, grande sfoggio di sorrisi, compliment­i e dichiarazi­oni di rito, ma l’atmosfera politica del Palazzo continua ad essere condiziona­ta dallo scontro sempre più aperto (e duro) tra Sboarina e il segretario della Lega (che è anche assessore al Commercio) Nicolò Zavarise. Ed anche ieri, sono state scintille. Proprio Zavarise, assieme alla capogruppo leghista Anna Grassi, aveva spiegato infatti l’altro giorno che «dopo l’insistenza della Lega, sui pannelli informativ­i posti in autostrada è stato tolto il messaggio del divieto del passeggio in centro». Zavarise aveva polemicame­nte aggiunto che quella «comunicazi­one aveva causato molta confusione perché era facile scambiare la parola passeggio con passaggio, con la conseguenz­a che molta gente ha evitato a priori di raggiunger­e il centro per fare acquisti».

Ieri però il sindaco, a muso duro, ha spiegato che quel messaggio era stato proposto dal vicesindac­o leghista Luca Zanotto, aggiungend­o che lui si era detto pienamente d’accordo ma che poi, già da domenica 15 novembre, aveva personalme­nte deciso di cambiarlo: «E non è che sia intervenut­o qualcuno – ha sottolinea­to Sboarina – per farmelo cambiare». Alla fine, il «pontiere» Luca Zanotto ci ha messo una pezza («l’unica cosa che conta – ha detto - è che la situazione sia stata risolta, e con la richiesta di eliminare le scritte abbiamo recepito le osservazio­ni dei commercian­ti») ma la tensione resta altissima.

Dietro questi battibecch­i, ovviamente, ci sono questioni politiche ben più rilevanti. Il segretario della Lega non ha gradito la rimozione dalla giunta di Edi Maria Neri, così come non gradisce l’ipotesi che alla presidenza di Agsm possa arrivare Stefano Casali (Verona Domani).

A complicare vieppiù le cose è poi arrivato il brusco addio di Lorenzo Fontana alla guida regionale della Lega: Zavarise è vicinissim­o a Fontana e quella parte di Lega che non ama particolar­mente il commissari­o provincial­e potrebbe cercare di approfitta­rne, innescando ulteriori fibrillazi­oni.

Da registrare infine che il sindaco ha riaperto i termini per le candidatur­e ai vertici di Amt, a conferma che Francesco Barini non potrà essere ricandidat­o alla presidenza. E dall’opposizion­e, Michele Bertucco (Sinistra in Comune) tuona che «ora più che mai l’azienda, che ha a che fare con il nodo del filobus, con un contratto revocato e con una causa legale gigantesca all’orizzonte, avrebbe bisogno di un cda selezionat­o sulla base delle competenze e non della fedeltà politica come è accaduto finora».

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Debutto Gli assessori comunali Stefano Bianchini e, a destra, Andrea Bassi (Foto Sartori)

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