SCUOLA, COLPEVOLI IMPUNITI
Sboarina risponde a Zavarise: decido di testa mia
Perché, a differenza che negli altri paesi europei, in caso di lockdown, la scuola è sempre la prima a chiudere e l’ultima a riaprire? Perché, apparentemente, agli italiani – o, almeno, ai governi di ogni livello territoriale – la cosa sembra non interessare? Le risposte sono molte. E sono istruttive su come funziona, o disfunziona, il paese. Intanto, chiudere le scuole è la risposta semplice e immediata a un problema più complesso ma non irrisolvibile: la gestione dei trasporti. L’abbiamo già visto: le scuole sono in sé piuttosto sicure (perché hanno lavorato per esserlo), i viaggi da e verso di esse per nulla. Chiudere le scuole ha consentito di continuare a non approntare un piano trasporti che non c’era alla riapertura e continua a non esserci adesso. Perché lavorare, prepararsi, gestire, organizzare? Fatica sprecata: si fa prima a chiudere… Come se fosse una catastrofe naturale, invece che una responsabilità politica che travolge ogni livello di governo: nazionale, regionale, locale. Dietro questa abdicazione, di cui nessuno chiede conto, ci sono ragioni profonde, che portano a responsabilità culturali e sociali, non solo politiche, diffuse.
Scendono in campo i due nuovi assessori, ma a Palazzo Barbieri la nota dominante continua ad essere lo scontro sempre più duro tra il sindaco e la Lega. Ieri mattina il sindaco ha presentato ufficialmente i due nuovi membri della giunta. Andrea Bassi, di Verona Domani, avrà le deleghe ad edilizia privata, edilizia popolare, edilizia sportiva e patrimonio, mentre Stefano Bianchini, del gruppo Forza Italia, gestirà l’informatica, l’Anagrafe ed il delicatissimo settore delle Aziende Partecipate, e per capirne il peso basti pensare che parliamo dei rapporti con Agsm, Amt, A22, Fiera, Amia da portare In House, Aeroporto e altro ancora.
Bassi si è per prima cosa augurato che, nei rapporti col mondo dell’edilizia, «il Comune,
nei confronti sia dei professionisti che dei cittadini, sia sempre meno un Signor No diventando il più possibile un Signor Si, sempre ovviamente nell’ambito di leggi e normative esistenti». E Bianchini ha indicato subito il primo importante appuntamento cui il suo assessorato si prepara, ossia la nascita di Muven, la nuova società che dal primo gennaio diventerà operativa con la fusione tra Agsm e Aim Vicenza. Bianchini decadrà oggi stesso da consigliere comunale, ed al suo posto arriverà a Palazzo Barbieri il primo dei non eletti, Enrico Guardini.
Tornando alla presentazione ufficiale, grande sfoggio di sorrisi, complimenti e dichiarazioni di rito, ma l’atmosfera politica del Palazzo continua ad essere condizionata dallo scontro sempre più aperto (e duro) tra Sboarina e il segretario della Lega (che è anche assessore al Commercio) Nicolò Zavarise. Ed anche ieri, sono state scintille. Proprio Zavarise, assieme alla capogruppo leghista Anna Grassi, aveva spiegato infatti l’altro giorno che «dopo l’insistenza della Lega, sui pannelli informativi posti in autostrada è stato tolto il messaggio del divieto del passeggio in centro». Zavarise aveva polemicamente aggiunto che quella «comunicazione aveva causato molta confusione perché era facile scambiare la parola passeggio con passaggio, con la conseguenza che molta gente ha evitato a priori di raggiungere il centro per fare acquisti».
Ieri però il sindaco, a muso duro, ha spiegato che quel messaggio era stato proposto dal vicesindaco leghista Luca Zanotto, aggiungendo che lui si era detto pienamente d’accordo ma che poi, già da domenica 15 novembre, aveva personalmente deciso di cambiarlo: «E non è che sia intervenuto qualcuno – ha sottolineato Sboarina – per farmelo cambiare». Alla fine, il «pontiere» Luca Zanotto ci ha messo una pezza («l’unica cosa che conta – ha detto - è che la situazione sia stata risolta, e con la richiesta di eliminare le scritte abbiamo recepito le osservazioni dei commercianti») ma la tensione resta altissima.
Dietro questi battibecchi, ovviamente, ci sono questioni politiche ben più rilevanti. Il segretario della Lega non ha gradito la rimozione dalla giunta di Edi Maria Neri, così come non gradisce l’ipotesi che alla presidenza di Agsm possa arrivare Stefano Casali (Verona Domani).
A complicare vieppiù le cose è poi arrivato il brusco addio di Lorenzo Fontana alla guida regionale della Lega: Zavarise è vicinissimo a Fontana e quella parte di Lega che non ama particolarmente il commissario provinciale potrebbe cercare di approfittarne, innescando ulteriori fibrillazioni.
Da registrare infine che il sindaco ha riaperto i termini per le candidature ai vertici di Amt, a conferma che Francesco Barini non potrà essere ricandidato alla presidenza. E dall’opposizione, Michele Bertucco (Sinistra in Comune) tuona che «ora più che mai l’azienda, che ha a che fare con il nodo del filobus, con un contratto revocato e con una causa legale gigantesca all’orizzonte, avrebbe bisogno di un cda selezionato sulla base delle competenze e non della fedeltà politica come è accaduto finora».