Decreto Ristori il Pd: «Pronti 250 milioni»
I parlamentari dem: «Ma è una cifra che balla»
La partita più importante, seconda solo a quella strettamente sanitaria, è adesso quella sui ristori alle attività economiche in ginocchio.
Baretta: «Nei prossimi due decreti, il criterio sarà il delta di fatturato fra il 2020 e l’anno precedente»
La partita più importante, seconda solo a quella strettamente sanitaria, è quella sui ristori alle attività economiche in ginocchio a causa delle restrizioni messe in atto dal governo, ma anche dalla Regione, contro la seconda ondata della pandemia. Tanto che, nei giorni scorsi, il sottosegretario all’Economia, il veneziano Pier Paolo Baretta aveva annunciato un decreto Ristori Quater e Quinquies. Oggetto del contendere, fra Venezia e Roma, è ancora una volta il ristoro legato all’ulteriore giro di vite imposto dall’ultima ordinanza regionale scaduta ma in procinto d’essere rinnovata. Quel no alle aperture nel fine settimana di tutte le medie e grandi strutture di vendita ma anche quello alle aperture domenicali per i negozi non essenziali e, ancora, il divieto alla passeggiata in centro storico contro gli assembramenti sono stati presi «d’intesa» con ministro della Salute Roberto Speranza. Ergo, ripete senza stancarsi il presidente della regione Luca Zaia, «danno diritto a rimborsi nazionali». E, però, nel Ristori Ter non ve n’è traccia. La stilettata in più è arrivata ieri sempre da Zaia nel corso del quotidiano punto stampa: «Se Baretta dice che non ci sono ed esprime una posizione del governo è autentica, per carità, ma dall’altro lato vedo la sua forza politica che presenta emendamenti per averli... Basta che si mettano d’accordo fra di loro». Una stoccata che Zaia perfeziona aggiungendo: «C’è un emendamento (del Pd ndr)in Parlamento da 250 milioni di euro».
Di fatto, alla Camera si è alle grandi manovre per la prossima legge di bilancio, al Senato,
invece, si lavora agli emendamenti per il decreto Ristori. Incluso quello «da 250 milioni»? Fra i deputati del Pd che se ne stanno occupando c’è il bellunese Roger De Menech che spiega: «La scadenza per presentare gli emendamenti è venerdì. I fondi potrebbero entrare nel decreto Ristori e in legge di bilancio. Va introdotto un criterio più chiaro, sul modello tedesco: confrontare i fatturati di un’azienda nel 2020 con quelli del 2019 e ristorare di conseguenza». Si archivia, così, il criterio delle fasce «colorate» ma anche quello, vituperato, dei codici Ateco. Quest’ultimo al centro del dibattito visto che sono molte le attività e gli esercizi commerciali che non rientrano precisamente in un codice o che, come nel caso dei negozi che vendono palloncini e oggetti per le feste, un codice Ateco non ce l’hanno proprio. Ci sono poi gli impianti sciistici su cui il ministro bellunese Federico D’Incà (5s), se si decidesse di chiudere, chiede garanzie per adeguati sussidi. Il ministro ne avrebbe già parlato col collega dell’Economia Roberto Gualtieri. «La richiesta di Zaia di ristorare anche in base all’ordinanza regionale è difficile da attuare perché, - dice De Menech - chi stabilisce quanto “pesa” il divieto di passeggiare in centro sui negozi? L’unico punto di riferimento sono i fatturati. È la strada più onesta».
Ma quest’attenzione ai ristori aggiuntivi per zone «gialle plus» come il Veneto ci sarà o no? «O andrà fra gli emendamenti al decreto Ristori - conclude De Menech o in legge di bilancio». Un tassello in più del puzzle lo fornisce il deputato dem veronese Vincenzo D’Arienzo: «Sì, nell’emendamento
al decreto Ristori del Pd si parla di 250 milioni ma è una cifra ancora ballerina. Aspettiamo di capire la disponibilità del governo. Noi insistiamo su questo punto, sulle attività che per l’ordinanza regionale subiscono una ulteriore contrazione del fatturato».
Dalle parole di Baretta, si evince che la mini rivoluzione sul delta di fatturato annuo per i ristori avverrà nei decreti Ristori Quater e Quinquies, quindi con l’inizio del nuovo anno. «In questi mesi sono stati erogati oltre 120 miliardi di sussidi e sostegni alle imprese e alle famiglie. Nessuno è stato lasciato indietro. - ribadisce il sottosegretario Anche ora col decreto Ristori, tutto il Paese, comprese le zone attualmente gialle, ha ricevuto ristori, dalla cassa integrazione, al fondo perduto, al Credito di imposta degli affitti,coerenti con le misure di restrizioni decide dal governo. Successivamente con l’adozione delle zone è stato necessario intervenire, coi decreti bis e ter, per ristorare laddove le chiusure sono state totali. Nelle prossime settimane, in concomitanza con la legge di bilancio che già stanzia altri 39 miliardi, 4 dei quali per ristorare le attività maggiormente colpite, vareremo altri due decreti, che andranno a compensare le differenze di fatturato delle imprese tra il 2019 e il 2020, senza differenze tra le varie zone del Paese. Una forma di equità, che contrasta con il racconto di chi continua a creare contrapposizione e differenze». Insomma, i soldi, in più, e «decolorati» arriveranno a inizio 2021.
Zaia
Forza di governo contraddittorie, si met tessero d’accordo
De Menech Dobbiamo procedere come la Germania per i criteri sui ristori
Baretta
Da noi iniziative eque che contrastano con chi crea differenze
D’Arienzo Attenzione per chi, anche in zona gialla, ha restrizioni arancioni