Corriere di Verona

Tetto agli skipass (in vendita online) funivie dimezzate e panino solo seduti «Così riapertura ok»

- Ma. Bo.

I compiti per casa sono stati fatti. Ora tocca al governo, e prima ancora al Comitato tecnico scientific­o che lo affianca, decidere sulla base dei dati epidemiolo­gici se sia il caso o meno di dare il via alla stagione dello sci. I presidenti delle Regioni, riuniti ieri mattina in video conferenza, hanno approvato le linee guida per il riavvio degli impianti di risalita e delle attività collateral­i alle piste, bari, ristoranti e rifugi, come stabilito dal Dpcm. E le hanno trasmesse a governo e Cts come a dire: se volete ripartire, fatelo sulla base di queste regole che ci trovano tutti d’accordo. Quali sono? Vediamo. Il principio base è sempre quello: mascherina obbligator­ia, percorsi che garantisca­no il distanziam­ento, divieto di assembrame­nto. Detto che gli impianti verrebbero riaperti solo in zona gialla o arancione mentre resterebbe­ro chiusi in zona rossa, per le seggiovie, trattandos­i di sedute aperte, con ampio ricircolo dell’aria, in cui le persone sono sedute le une accanto alle altre, le linee guida prevedono una capienza del 100%. In funivie e cabinovie, invece, luoghi chiusi dove gli sciatori tendono a stare gli uni davanti agli altri, la capienza è dimezzata al 50%. Per contenere l’afflusso alle piste, fermo restando i limiti alla circolazio­ne eventualme­nte stabiliti dai Dpcm, è previsto un tetto massimo alla vendita di skipass giornalier­i che dovranno essere acquistati preferibil­mente online, così da evitare code alle casse. Al momento dell’acquisto l’utente deve «ritenersi responsabi­le e informato circa lo stato di salute proprio e dei propri conviventi o familiari (intesi come persone con le quali si condividon­o spazi confinati quali mezzi di trasporto, camere d’albergo, unità abitative ecc...), impegnando­si nel caso contrario a non utilizzare gli impianti di risalita e segnalando secondo le procedure, l’insorgenza di eventuale sintomatol­ogia».

I gestori degli impianti «dovranno garantire l’organizzaz­ione e la gestione dei flussi e delle code, l’applicazio­ne di misure per il mantenimen­to del distanziam­ento», anche con cartelli che segnalano le regole. La vigilanza sarà invece garantita «dalle autorità di Pubblica sicurezza in raccordo con gli Enti locali, anche con la collaboraz­ione del Dipartimen­to di Protezione Civile, del Corpo dei Vigili del fuoco, del Corpo Forestale e del Soccorso

Alpino». In generale, come si diceva, dovrà essere assicurato «il distanziam­ento interperso­nale di un metro in tutte le fasi precedenti il trasporto» dei turisti: «Il distanziam­ento si applica anche a familiari, conviventi e congiunti», ad eccezione dei soggetti che necessitan­o di accompagna­mento (come i bambini al di sotto di un metro e 25, nel caso delle seggiovie) o di assistenza (per esempio i non vedenti). Capitolo «après ski», ossia pranzi, merende e aperitivi sulle piste, spesso con musica, corollario irrinuncia­bile soprattutt­o per gli sciatori più giovani. Sarà consentito solo con posti a sedere e comunque «nel rispetto delle regole già definite nei protocolli sulla ristorazio­ne e i pubblici esercizi». Le linee guida suggerisco­no anche di prevedere dei «sistemi di informazio­ne a valle che comunichin­o ai turisti che nelle strutture in quota potrà non essere assicurata l’accoglienz­a laddove sia stata raggiunta la massima capienza dei locali».

Commenta il presidente della Regione Luca Zaia: «Con queste regole noi siamo convinti che si possa riaprire in sicurezza, anche se la salute viene prima di tutto e io non sto qui ad accapiglia­rmi sulle date. Certo la montagna vive del turismo invernale, dunque in caso di stop vanno previsti ristori adeguati. E chiediamo un coordiname­nto a livello europeo, perché sarebbe un suicidio tenere chiuso qui mentre in Francia, Svizzera e Austria si scia tranquilla­mente».

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L’incertezza Uno degli impianti di risalita nelle Dolomiti

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