Peculato e vilipendio, assolti i politici
Vittorie legali per il presidente del Consorzio Zai Gasparato e il deputato Comencini
Il primo è stato assolto dal peculato, il secondo dal vilipendio nei confronti del Capo dello Stato: nessuna condanna ieri a carico di Vito Comencini e Matteo Gasparato. Quest’ultimo, che è presidente del Consorzio Zai, ha visto cadere l’accusa di peculato per alcune cene «a fini privati» pagate con la carta aziendale. Il deputato Comencini invece è stato assolto in abbreviato a Bergamo: aveva detto di Mattarella «questo presidente mi fa sch...».
«Con questa sentenza di assoluzione, per me finisce un incubo lungo sei interminabili anni». Cene al ristorante «a spese del Consorzio Zai» benché «prive di finalità istituzionali»? Tavolate con gli amici nei locali «pagate con carta di credito aziendale» pur avendo esclusivamente «scopi personali»? Sospetti, quelli ipotizzati dalla Procura scaligera, che avevano fatto finire Matteo Gasparato, presidente in carica del Consorzio Zai, prima sotto inchiesta e poi al banco degli imputati per peculato.
Accusa in virtù della quale, alla scorsa udienza celebrata a luglio, il pubblico ministero aveva sollecitato la condanna dell’amministratore a 5 anni di reclusione. Ma tale richiesta, ieri, non ha trovato accoglimento in aula: con un dispositivo le cui motivazioni si conosceranno tra 90 giorni, Gasparato è stato assolto «perché il fatto non sussiste» dalla quasi totalità delle contestazioni, tranne un solo episodio riguardo cui il Tribunale collegiale, presieduto dalla giudice Silvia Isidori, ha ritenuto le «prove non sufficienti» a sostenere l’accusa. Per l’imputato, dunque, nessuna condanna: «A livello personale tutta questa vicenda mi è costata moltissimo sotto molteplici aspetti, comunque - ha commentato Gasparato che ha assistito alla lettura del verdetto in aula - non ho mai perso la fiducia nella Giustizia. Voglio ringraziare la mia famiglia, i miei amici e tutti gli amministratori che hanno continuato ad avere fiducia e a credere in me».
A farlo finire nei guai erano state alcune cene al ristorante con «amici e/o soggetti privi di ruoli istituzionali e quindi con finalità estranee a quelle del Consorzio Zai e dunque non tali - secondo l’accusa - da giustificare il ricorso a denaro pubblico». Rispetto alle contestazioni originarie, comunque, il caso si era via via ridimensionato: dei 31 «banchetti» al ristorante finiti inizialmente sotto la lente dei pm, con la requisitoria era poi stata chiesta la condanna di Gasparato esclusivamente per 5 cene, risalenti al 2014, per una spesa totale di circa 500 euro: eventi formalmente «aziendali» a cui però - secondo gli inquirenti - avrebbero preso parte ospiti non titolati a beneficiarne. Tra i «commensali» al tavolo con il presidente del Consorzio - per l’accusa - non ci sarebbero stati politici, rappresentanti istituzionali o «personaggi pubblici», eppure il conto sarebbe stato pagato con la carta di credito aziendale. Nel capo d’imputazione originario figuravano, tra le altre, consumazioni alla Costa in Bra, al Merica, al Pompiere, al Serenella. «Nessun peculato, si è svolto tutto nel rispetto della legge» aveva obiettato nella sua arringa l’avvocato Filippo Vicentini, che ha curato la difesa del presidente consortile con il collega Vittore D’Acquarone. «Tranne una cena che ho rimborsato al
Consorzio un mese prima dell’avvio dell’indagine della magistratura», riguardo alle restanti 4 «tavolate» per cui rischiava la condanna lo stesso Gasparato era intervenuto al processo argomentando che i relativi scontrini sarebbero stati «a carico di Uir,associazione confindustriale che riunisce gli interporti italiani e di cui sono stato riconfermato presidente per il triennio 2017- 2020». Per lui, quella di ieri è la seconda assoluzione dopo quella dalla tentata concussione su un terreno in Zai. Resta imputato in un unico procedimento, quello per le firme elettorali sospette, atteso in aula nel 2021.
Nessuna condanna Cadono le accuse di peculato che avevano fatto finire a processo per peculato il presidente del Consorzio Zai Matteo Gasparato
Questa vicenda mi è costata moltissimo, ringrazio chi mi è stato vicino