S. Marco, il titolare chiede lo sconto Vende borse e paga 36mila euro d’affitto «A chi? Allo Stato»
Prima dell’Acqua Granda e dell’emergenza sanitaria, la coda in negozio non aveva fine, le borse andavano a ruba e gli scaffali continuavano a svuotarsi. Oggi, le luci di «Palais Royal» in Piazza San Marco sono spente perché di clienti non ce ne sono più. «Incassavo, in media, 250mila euro al mese – spiega il titolare e amministratore della società Veneziana Retail srl Davide Montanari, veneziano, che è anche presidente del Comitato tutela antichi mestieri della Piazza –. Ora, da quasi 195mila euro di giugno 2019 sono arrivato agli 11mila euro del giugno di quest’anno. E ora siamo a zero». Ma i problemi non si fermano qui. Oltre agli incassi ormai inesistenti – a causa del collasso del turismo- a pesare sulle attività della Piazza sono gli affitti. C’è chi cerca di raggiungere un accordo con proprietari privati e chi invece, non riuscendoci, ha chiuso i battenti, come la storica pelletteria Pagan a fine settembre. Ma c’è chi l’affitto lo paga allo Stato: in Piazza San Marco ci sono 22 lotti demaniali. E Palais Royal è uno di questi.
«Il negozio l’ho affittato nel 2014 e il canone mensile è di 36.500 mila euro per 100 metri quadrati – spiega Montanari –. Abbiamo avuto lo spostamento del canone nei mesi del lockdown al 31 ottobre, perché il Governo sperava che in estate ci sarebbe stata una ripresa. Ma non è stato così. E ora non posso pagare le rate arretrate in un’unica soluzione». Montanari, fino a poco tempo fa, nel negozio al civico 79A di San Marco ospitava il marchio di lusso francese di accessori
Longchamp. Terminato il contratto, ora commercializza alcuni marchi italiani e vorrebbe aggiungere la linea di borse che ha disegnato personalmente. «Avevo 12 dipendenti, ora siamo rimasti mia moglie, una commessa in cassa integrazione e io – sottolinea –. Inizialmente facevo il fotografo, poi da trent’anni a questa parte sono diventato designer di scarpe e borse».
Subito dopo l’Acqua Granda» del 2019, Montanari ha chiesto aiuto al governo per ritardare l’asta del suo negozio: per i beni demaniali, infatti, non è previsto il rinnovo del contratto ma ogni sei anni l’affitto dei locali viene messo all’asta. Grazie al deputato pd Nicola Pellicani, con un emendamento al decreto Milleproroghe, si è ottenuto il rinvio della scadenza al 31 dicembre 2021. «Non era sufficiente, motivo per il quale abbiamo chiesto una modifica di legge per tutelare le attività commerciali e artigianali con una certa identità storica perché possano avere un rinnovo del contratto in deroga – commenta –. Non è passato nel decreto Bilancio, ora si riproverà con un maxiemendamento al decreto stesso».Ma guardando alla situazione contingente, il primo «step» da affrontare riguarda i canoni d’affitto. «Chiediamo al Governo che riconduca i canoni a equità in base al fatturato e alla metratura».