Infarto, l’ex assessore Remo Sernagiotto ricoverato in fin di vita
La parabola dai meeting di Cortina a Ca’ della Robinia
L’ex assessore regionale e poi europarlamentare Remo Sernagiotto, 65 anni compiuti all’inizio di settembre, è ricoverato in condizioni disperate all’ospedale di Treviso, in seguito a un arresto cardiaco che l’ha colpito nella giornata di lunedì. Da qualche mese soffriva di problemi alla circolazione. Le speranze che possa riprendersi sono legate a un filo molto esile: «Il tempo intercorso per la riattivazione delle funzioni vitali dopo l’arresto cardiaco - ha specificato ieri il legale di fiducia e collega di partito in Fratelli d’Italia, Fabio Crea - ha determinato un’ipossia con un importante pregiudizio al sistema cerebrale. Sussiste ancora una flebilissima attività cerebrale - ha aggiunto Crea - , anche se le sue condizioni sono particolarmente critiche».
Sernagiotto, imprenditore di Montebelluna nel commercio di pneumatici, padre di due figli e nonno di un nipotino, Vittorio, è una figura che ha attraversato con ruoli rilevanti tutta l’epopea del centrodestra in Veneto. Di solida formazione democristiana, nei tumultuosi anni Novanta ha scelto la militanza in Forza Italia, portandosi appresso una fitta rete di rapporti personali e politici, che sono andati aumentando nel tempo man mano che cresceva anche la caratura degli incarichi ricoperti.
Il salto di qualità arriva con il cambio del millennio: nel 2000 Sernagiotto entra in Regione, dove rimarrà per tre legislature, scalando via via le posizioni. Da peone del consiglio, estroverso, scanzonato e a volte irregolare nelle uscite pubbliche, fino al ruolo di potente - nel senso del potere reale e del bacino di voti correlato - assessore ai Servizi sociali (2010-2014), passando per un’esperienza non facile da capogruppo di Forza Italia a palazzo Ferro Fini. Ma forse la notorietà maggiore, in questa fase politica, gliel’ha data l’organizzazione, in coppia con l’altro consigliere regionale degli azzurri Leo Padrin, del leggendario meeting di fine estate a Cortina: nato come appuntamento regionale di Forza Italia, un partito che non celebrava congressi e quindi si ritrovava a discutere tutti gli anni all’ombra delle Dolomiti, il meeting cortinese si era progressivamente trasformato complice anche la location: l’avessero organizzato ad Agordo, solo per fare un nome, non sarebbe stata la stessa cosa - in un palcoscenico nazionale, con sfilata di parlamentari e ministri in abbondanza. E Remo sempre lì, a fare il padrone di casa in coppia con l’amico Leo, fino al momento culminante che vale una carriera: la telefonata in diretta di Silvio Berlusconi in persona, che lo gratifica chiamandolo per nome mentre lui si affanna a calmare l’eccessivo entusiasmo della platea.
Il crepuscolo politico, bisogna dirlo, non è stato altrettanto esaltante. Proprio al ruolo più importante, quello da assessore regionale al Sociale, è legato il passaggio più scabroso e, giudiziariamente parlando, ancora da chiarire. Si tratta del processo per truffa aggravata e corruzione, iniziato a gennaio di quest’anno davanti al Tribunale di Treviso, relativo allo scandalo di Ca’ della Robinia, dal nome della cooperativa che ricevette dalla Regione un finanziamento di 3,4 milioni di euro per realizzare una fattoria didattica nell’ex Disco Palace di Nervesa della Battaglia, nel Trevigiano, trasformata invece in una birreria e finita con un fallimento che ha completamente dilapidato il finanziamento pubblico. «L’ex assessore Sernagiotto - ha affermato durante l’ultima udienza, in ottobre, il suo avvocato Fabio Crea - non ha commesso alcun atto contrario ai suoi doveri d’ufficio. A decidere che con il fondo di rotazione regionale si potevano acquistare gli immobili, è stata la Quinta commissione del consiglio, della quale lui neanche faceva parte». L’ex assessore è accusato nello specifico di avere modificato la delibera, introducendo per l’appunto la possibilità di acquisire beni immobili con i fondi erogati dalla Regione, inizialmente non prevista dalla legge finanziaria.
Anche le fortune elettorali di Sernagiotto, nel frattempo, hanno imboccato una china discendente. Dopo un quinquennio (2014-2019) all’europarlamento, eletto con quasi 22 mila preferenze nella lista di Forza Italia - poi rapidamente abbandonata -, il politico trevigiano l’anno scorso si è ripresentato sotto le insegne di Fratelli d’Italia: 7.300 preferenze e addio a Bruxelles.