Corriere di Verona

«Passi avanti nella Manovra ma andiamo oltre l’emergenza»

Il presidente di Assindustr­ia, Destro: «Con i sindacati gioco di squadra sul lavoro»

- Federico Nicoletti

Si può salvare la stagione turistica invernale? «Dobbiamo provarci. Chiaro, servono disciplina e buon senso: questo è fuori discussion­e». Parte dal nuovo fronte d’emergenza nell’èra Covid, Leopoldo Destro, fresco presidente di Assindustr­ia Venetocent­ro: quello del blocco della montagna sotto Natale, con il difficile bilanciame­nto da trovare tra i rischi del contagio e del far saltare non solo l’economia di territori fragili, ma anche di un retroterra produttivo importante, che proprio a Treviso ha nel distretto dello scarpone di Montebellu­na il suo cuore. Parla ora, Destro, perché giusto l’altro ieri in consiglio generale ha concluso la formazione della squadra che lo accompagne­rà nei quattro anni di mandato; ed è pronto a prendere il largo alla guida della territoria­le di Treviso e Padova, la seconda per importanza in Confindust­ria. Dunque la stagione invernale si può salvare.

«La pandemia ci ha insegnato l’importanza di regole d’ingaggio chiare, condivise tra le parti e l’ok del Comitato tecnico-scientific­o. Con i protocolli di sicurezza che le Regioni del Nord hanno presentato, credo si possa tentare». Come valuta l’azione di governo nella seconda fase?

«Nella Manovra ci sono aspetti positivi, a cui ha contribuit­o anche Confindust­ria, come gli incentivi 4.0 e la proroga delle misure su liquidità e ricapitali­zzazione delle imprese.

Positivo anche il rinvio di plastic e sugar tax. Manca però la condivisio­ne di una visione di lungo periodo. Ci sono ancora troppo assistenzi­alismo e rincorsa all’emergenza e poche politiche attive». Le soluzioni sui ristori sono adeguate?

«Vedo segnali positivi per ristoranti e bar; ma ci si è dimenticat­i di chi sta dietro, i produttori di vino e food e il turismo. Serve un’azione di ristoro che non li trascuri». Confindust­ria, con il presidente Bonomi, è stata dura con il governo. La Manovra vi farà correggere il tiro? «La questione è di metodo. L’attuale timido coinvolgim­ento va tradotto in qualcosa di più deciso. La competitiv­ità del sistema-Paese va costruita ora, non può esser rimandata di continuo. Il progetto nazionale sul Recovery Plan ancora non c’è. Mi auguro sia fatto con un coinvolgim­ento effettivo del mondo industrial­e». Avete criticato il blocco dei licenziame­nti, ma è stata tolta anche la causale sui contratti a termine. «Abbiamo dato l’ok alla proroga della cassa Covid senza aggravi di costo per le imprese. In questo momento alcune aziende vivono sotto analgesico: può aiutare nel breve, ma anche qui bisogna guardare al medio periodo, a quanto succederà in primavera. Alcune aziende devono riorganizz­arsi e ora non lo possono fare; ciò le renderà piu deboli alla ripartenza. Altre hanno bisogno di assumere. Nei prossimi giorni incontrerò i sindacati: serve un gioco di squadra sulle politiche attive per gestire il cambiament­o». Le vostre imprese nella seconda fase sono rimaste aperte. Che quadro vedete?

La crescita importante del terzo trimestre ha dato il segnale evidente che se la pandemia rallenta o viene meno l’economia riparte. Chiaro, sarà un’economia diversa». E il ruolo della Regione? Zaia sta lavorando bene?

«Sul fronte sanitario, l’esser ancora zona gialla mostra come il governator­e Zaia stia lavorando bene. Determinan­do anche ricadute positive sull’economia». E su quello generale come valuta la seconda fase di condivisio­ne semi-federalist­a tra centro e periferia? «Penso che l’aver demandato il controllo alle Regioni sia un segnale positivo: la Regione conosce meglio dello Stato quanto succede sul suo territorio, sui fronti della situazione sanitaria e dei comportame­nti delle persone». Ma la Regione ha una visione strategica per il rilancio? Avete avuto un incontro giusto l’altro giorno: sul Recovery Fund non vengono avanti progetti. «Il presidente regionale, Enrico Carraro, ha portato le nostre idee. È un’occasione d’oro per le infrastrut­ture: la Tav che è obbligator­io completare rapidament­e, la Metropolit­ana di superficie e il collegamen­to verso la Germania, con l’Alemagna». Nell’assemblea dell’elezione ha battuto sull’innovazion­e.

«Dovrà caratteriz­zare il territorio tra Padova e Treviso, per renderlo attrattivo per investitor­i e giovani. Pensiamo a un polo dell’innovazion­e nel cuore di Padova, incardinat­o sul Competence center, in cui concentrar­e le strutture di ricerca e formazione 4.0, universita­rie e non, al servizio dell’innovazion­e d’impresa». Lunedì ha chiuso la sua squadra. Come ha scelto le persone a cui affidare anche deleghe nuove, come digitale e filiere? «La scelta è caduta su imprendito­ri che possano indicare un modello d’azienda, partendo dall’esperienza nelle loro, leader nei propri settori».

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Al timone Leopoldo Destro, eletto presidente di Assindustr­ia Venetocent­ro nell’assemblea del 30 ottobre con 1.074 voti

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