«Passi avanti nella Manovra ma andiamo oltre l’emergenza»
Il presidente di Assindustria, Destro: «Con i sindacati gioco di squadra sul lavoro»
Si può salvare la stagione turistica invernale? «Dobbiamo provarci. Chiaro, servono disciplina e buon senso: questo è fuori discussione». Parte dal nuovo fronte d’emergenza nell’èra Covid, Leopoldo Destro, fresco presidente di Assindustria Venetocentro: quello del blocco della montagna sotto Natale, con il difficile bilanciamento da trovare tra i rischi del contagio e del far saltare non solo l’economia di territori fragili, ma anche di un retroterra produttivo importante, che proprio a Treviso ha nel distretto dello scarpone di Montebelluna il suo cuore. Parla ora, Destro, perché giusto l’altro ieri in consiglio generale ha concluso la formazione della squadra che lo accompagnerà nei quattro anni di mandato; ed è pronto a prendere il largo alla guida della territoriale di Treviso e Padova, la seconda per importanza in Confindustria. Dunque la stagione invernale si può salvare.
«La pandemia ci ha insegnato l’importanza di regole d’ingaggio chiare, condivise tra le parti e l’ok del Comitato tecnico-scientifico. Con i protocolli di sicurezza che le Regioni del Nord hanno presentato, credo si possa tentare». Come valuta l’azione di governo nella seconda fase?
«Nella Manovra ci sono aspetti positivi, a cui ha contribuito anche Confindustria, come gli incentivi 4.0 e la proroga delle misure su liquidità e ricapitalizzazione delle imprese.
Positivo anche il rinvio di plastic e sugar tax. Manca però la condivisione di una visione di lungo periodo. Ci sono ancora troppo assistenzialismo e rincorsa all’emergenza e poche politiche attive». Le soluzioni sui ristori sono adeguate?
«Vedo segnali positivi per ristoranti e bar; ma ci si è dimenticati di chi sta dietro, i produttori di vino e food e il turismo. Serve un’azione di ristoro che non li trascuri». Confindustria, con il presidente Bonomi, è stata dura con il governo. La Manovra vi farà correggere il tiro? «La questione è di metodo. L’attuale timido coinvolgimento va tradotto in qualcosa di più deciso. La competitività del sistema-Paese va costruita ora, non può esser rimandata di continuo. Il progetto nazionale sul Recovery Plan ancora non c’è. Mi auguro sia fatto con un coinvolgimento effettivo del mondo industriale». Avete criticato il blocco dei licenziamenti, ma è stata tolta anche la causale sui contratti a termine. «Abbiamo dato l’ok alla proroga della cassa Covid senza aggravi di costo per le imprese. In questo momento alcune aziende vivono sotto analgesico: può aiutare nel breve, ma anche qui bisogna guardare al medio periodo, a quanto succederà in primavera. Alcune aziende devono riorganizzarsi e ora non lo possono fare; ciò le renderà piu deboli alla ripartenza. Altre hanno bisogno di assumere. Nei prossimi giorni incontrerò i sindacati: serve un gioco di squadra sulle politiche attive per gestire il cambiamento». Le vostre imprese nella seconda fase sono rimaste aperte. Che quadro vedete?
La crescita importante del terzo trimestre ha dato il segnale evidente che se la pandemia rallenta o viene meno l’economia riparte. Chiaro, sarà un’economia diversa». E il ruolo della Regione? Zaia sta lavorando bene?
«Sul fronte sanitario, l’esser ancora zona gialla mostra come il governatore Zaia stia lavorando bene. Determinando anche ricadute positive sull’economia». E su quello generale come valuta la seconda fase di condivisione semi-federalista tra centro e periferia? «Penso che l’aver demandato il controllo alle Regioni sia un segnale positivo: la Regione conosce meglio dello Stato quanto succede sul suo territorio, sui fronti della situazione sanitaria e dei comportamenti delle persone». Ma la Regione ha una visione strategica per il rilancio? Avete avuto un incontro giusto l’altro giorno: sul Recovery Fund non vengono avanti progetti. «Il presidente regionale, Enrico Carraro, ha portato le nostre idee. È un’occasione d’oro per le infrastrutture: la Tav che è obbligatorio completare rapidamente, la Metropolitana di superficie e il collegamento verso la Germania, con l’Alemagna». Nell’assemblea dell’elezione ha battuto sull’innovazione.
«Dovrà caratterizzare il territorio tra Padova e Treviso, per renderlo attrattivo per investitori e giovani. Pensiamo a un polo dell’innovazione nel cuore di Padova, incardinato sul Competence center, in cui concentrare le strutture di ricerca e formazione 4.0, universitarie e non, al servizio dell’innovazione d’impresa». Lunedì ha chiuso la sua squadra. Come ha scelto le persone a cui affidare anche deleghe nuove, come digitale e filiere? «La scelta è caduta su imprenditori che possano indicare un modello d’azienda, partendo dall’esperienza nelle loro, leader nei propri settori».