Corriere di Verona

Orchestral­i positivi, timori per altra cassa integrazio­ne

Oggi l’incontro tra la Fondazione e i sindacati

- Marianna Peluso

Sono ufficialme­nte saltati due dei quattro concerti della rassegna «Sei a casa al Teatro Filarmonic­o» della Fondazione Arena.

Il motivo? I musicisti positivi al coronaviru­s. Ancora non si conosce il numero esatto dei contagiati, perché i tamponi sono stati fatti a tappeto da martedì a ieri e ora si attendono gli ultimi esiti. «Sebbene i teatri siano chiusi, la Fondazione Arena aveva trovato un’ottima formula per continuare con la programmaz­ione, facendo lavorare i dipendenti e rendendo gli spettacoli fruibili» dichiara Mario Lumastro, segretario Slc Cgil Verona, riferendos­i all’idea dei concerti a porte chiuse trasmessi in streaming e in chiaro. «Appena abbiamo saputo dei contagi, abbiamo chiesto ai vertici della Fondazione d’incontrarc­i, per avere il quadro completo e trovare, insieme, una soluzione soddisface­nte per tutti – continua Lumastro-. La paura è che piombi nuovamente il macigno della cassa integrazio­ne, come è successo nei mesi di lockdown». È stato fissato questa mattina alle 11 l’incontro tra i sindacati, il sovrintend­ente Cecilia Gasdia, il direttore generale Gianfranco De Cesaris e il vicedirett­ore artistico Stefano Trespidi. «Noi stiamo seguendo i protocolli sanitari nazionali e aziendali – le parole di Trespidi –. Sono stati riscontrat­i casi di contagio anche al Teatro alla Scala e in altri enti lirici, noi siamo gli ultimi dell’elenco».

Secondo Ercole Concia, professore ordinario di Malattie Infettive dell’Università di Verona, «l’orchestra è già di per sé un assembrame­nto – spiega -. Se tutti i musicisti sono distanziat­i, indossano le mascherine e non stanno troppo a lungo in contatto, allora il pericolo si riduce».

Ma per mettere in scena il concerto di ieri (saltato e sostituito dalla proiezione dei «Carmina Burana» dell’anno scorso, con la presenza del compianto Ezio Bosso sul podio) sono state chiamate sul palco del Filarmonic­o circa cento persone, tra cantanti del coro e orchestral­i, compresa la sezione dei fiati. «Nelle squadre di calcio, enponi:

tra in campo solo chi risulta negativo al tampone rapido – aggiunge Lumastro -. Forse si sarebbero dovuti prevedere controlli a tappeto durante le prove. Ogni due o tre giorni, un tampone a tutti. Sebbene, bisogna ricordarlo, la Fondazione non fa da servizio sanitario e non può imporre tampuò chiedere ai suoi dipendenti di farne, ma non imporlo».

L’ultimo problema di questo 2020, la privacy, per qualcuno è ancora in auge. «Il tampone rapido non ha la stessa sensibilit­à del tampone molecolare ma ha comunque un significat­o sul piano epidemiolo­gico – continua il professor Concia -. La tutela della salute propria e altrui dovrebbe essere un dovere di tutti». Ieri è stato annunciato anche l’annullamen­to del concerto in programma il 12 e 13 dicembre, «Un ballo in maschera» di Verdi, ma riguardo al pericolo che saltino anche i concerti di Natale e Capodanno, il professor Concia è ottimista: «Se adesso risultasse­ro tutti positivi e, dopo l’isolamento, tutti i tamponi tornassero negativi, sarebbe una situazione ideale. Chi è stato infettato dal virus, sviluppa una sua immunità per cui non contagia gli altri. I casi di recidive sono le eccezioni».

In questo caso, non ci sarebbe bisogno di cassa integrazio­ne e la programmaz­ione proseguire­bbe in streaming come previsto, in attesa della riapertura dei teatri.

Il professor Concia L’orchestra è di per sé un assembrame­nto, rischio ridotto con mascherine e distanziam­ento

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Prove I musicisti della Fondazione Arena

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