Appello degli ingegneri «Le zone a rischio vanno riclassificate»
Falsirollo: Salizzole evidenzia l’urgenza
Salizzole, il comune in cui si è trovato l’epicentro del terremoto di martedì, si trova in «zona 4». A molti non dirà forse un granché, ma a chi si occupa di prevenzione antisismica suona come un campanello d’allarme: la zona 4, infatti, è quella considerata a rischio minimo: la meno pericolosa in assoluto in una scala da 1 a 4. È il fenomeno degli ultimi anni: anche il terremoto in Emilia ha interessato comuni in questa zona. Peccato che, nell’area così contrassegnata, l’obbligo della progettazione antisismico sia facoltativo, anche se possono intervenire le singole Regioni.Ecco perché l’ordine degli ingegneri di Verona è tornato a chiedere (già l’aveva fatto in passato) un «cambio di zona». «L’epicentro a Salizzole — nota Andrea Falsirollo, presidente dell’Ordine di Verona — evidenzia l’urgenza di procedere alla riclassificazione delle zone sismiche. È anche un problema di sensibilizzazione: il nostro Ordine, ogni anno, aderisce alla giornata per la prevenzione sismica che si svolge a ottobre proprio . Ma è difficile raggiungere chi vive in zona 4, sia perché non si sente coinvolto dalla tematica, sia perché non ha accesso ai benefici fiscali previsti per chi interviene sulle proprie abitazioni che si trovano nelle zone considerate invece più a rischio». L’Ordine di Verona non è solo, anche la Foiv, c’è la federazione degli Ordini ingegneristici veneti chiede di agire al riguardo: «La classificazione regionale è datata e va aggiornata» fa sapere il presidente della Foiv, Pasqualino Boschetto.Anche perché c’è un’evidenza scientifica: è quella che arriva da uno studio del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale dell’Università di Padova, che ha evidenziato, tra le altre cose, un’accelerazione dell’attività sismica proprio nell’area della pianura veneta. «Non ha più alcun senso — conclude Boschetto — ritenere che in Veneto ci siano comuni in zona a bassissimo rischio. Come minimo dovrebbe essere tutti in zona 3». Gran parte della provincia di Verona, capoluogo incluso, rientra in zona 3. In zona 2 (a rischio forti terremoti) rientrano tre comuni del Garda (Brenzone, Torri e San Zeno di Montagna) e quattro dell’Est Veronese: Badia Calavena, San Mauro di Saline, Tregnago, Vestenanova.