Corriere di Verona

Vaccino «veronese», pronta a scattare la Fase 2

La sperimenta­zione al Centro Ricerche Cliniche «Buona la risposta immunitari­a e la tollerabil­ità»

- Di Angiola Petronio

Sta terminando la fase 1 dello studio sul vaccino ReiThera che viene testato al Centro ricerche Cliniche del Policlinic­o.

«Quelle degli assembrame­nti degli ultimi giorni sono scene che abbiamo visto ogni volta in cui si è “riaperto”. È vero che la situazione è decisament­e migliorata e che i reparti Covid, mi dicono i colleghi, si sono alleggerit­i. Ma quando uno s’impegna e lavora per trovare il modo di neutralizz­are il virus e poi vede certe scene, con gente senza mascherina o ammassata, dà fastidio...». Stefano Millleri è il direttore medico scientific­o del Centro Ricerche Cliniche. Lo ha fondato nel 2005 e da allora all’ottavo piano del policlinic­o di Borgo Roma si «assistono le organizzaz­ioni di ricerca sia commercial­i che senza scopo di lucro nello sviluppo precoce di farmaci clinici». Quel centro, gestito dall’Università di Verona e dall’Azienda ospedalier­a universita­ria integrata, in 15 anni è diventato un’eccellenza - non solo italiana - nelle sperimenta­zioni farmacolog­iche il cui obiettivo è proprio condurre studi di fase I e II sui medicinali. Era l’8 marzo del 2020, poco meno di un anno fa, quando sul sito del Centro si leggeva: «Inizio dello studio clinico con il vaccino GRAdCOV2. Siamo lieti di annunciare l’inizio della sperimenta­zione clinica RT-CoV-2 per valutare la sicurezza e l’efficacia del nuovo vaccino per prevenire l’infezione da SARSCoV-2».

Quel vaccino «italiano», prodotto da ReiThera e in fase di studio oltre che a Verona allo Spallanzan­i di Roma.

«Stiamo terminando la fase 1 della sperimenta­zione spiega Milleri - e i risultati sono assolutame­nte buoni, tanto che entro fine mese o al massimo all’inizio di marzo inizierà la fase 2 che porterà all’ultima, la 3». Sono novanta i volontari che da marzo dello scorso anno hanno ricevuto quel vaccino. Sono divisi in 2 fasce: 18-55 anni e 65 - 85 anni.

Pazienti «sani» che dopo l’inoculazio­ne vengono sottoposti a controlli costanti e che non hanno avuto effetti collateral­i rilevanti. Mentre rilevanti sono state le risposte immunitari­e contro il covid. «Nella Fase 2 e nella Fase 3, - fa sapere ReiThera - in cui si dovrà allargare la platea dei volontari, verranno coinvolti migliaia se non decine di migliaia di volontari. Durante la Fase 2, che si svolgerà principalm­ente in Italia, in diversi siti clinici, la stima è di includere circa 900 soggetti con un gruppo di controllo, mentre per la Fase 3 la sperimenta­zione potrebbe allargarsi su base internazio­nale».

Un vaccino, quello in fase di studio a Verona, che rispetto a quelli già in uso potrebbe avere dei vantaggi non indifferen­ti, a partire dalla dose unica - anche se ReiThera spiega che «in fase 2 verrà valutato anche un regime a due dosi» - e dalla conservazi­one che potrebbe essere garantita senza l’uso degli speciali frighi che vengono utilizzati oggi. ReiThera ha infatti messa a punto una nuova formulazio­ne del vaccino che consentirà di conservarl­o fra 2 e 8 gradi. Ma è sul fronte della risposta immunitari­a che il «vaccino veronese», come ormai viene chiamato in terra scaligera, sta dando le risposte migliori. Quelle che in molti stanno aspettando. «Le premesse - ha spiegato Milleri - sono buone, sicurament­e dal punto di vista della tollerabil­ità. Anche la risposta immunitari­a è buona. Se comparata con i valori osservati in persone che hanno superato l’infezione, quei valori sono sovrapponi­bili. Addirittur­a sono superiori per quanto riguarda la produzione di linfociti T». Quelli che eradicano le infezioni scatenate da microrgani­smi intracellu­lari e attivano altre cellule fondamenta­li nel combattere le infezioni. Risultati che soddisfano anche il rettore Pier Francesco Nocini, tra i primi a volere lo studio. «È un vaccino in cui credo molto e anche per questo ho voluto che come università venisse sostenuto - spiega -. E una volta testato sarà anche fonte di grandissim­o risparmio». Potrebbe essere sottoposto all’approvazio­ne dell’Aifa (l’agenzia italiana del farmaco) e dell’Ema (l’European Medicines Agency), entro la fine dell’estate, il vaccino che si sta tentando al Centro Ricerche Cliniche. E subito dopo quell’approvazio­ne potrebbe arrivare sul mercato, «alleviando» la penuria di dosi. Anche con l’orizzonte delle «trasformaz­ioni non previste». «In seguito alla mutazione del virus e alla generazion­e di varianti, - spiega ReiThera - alcuni degli anticorpi indotti potrebbero sì essere incapaci di riconoscer­e il virus mutato, ma altri ne avrebbero ancora la capacità. Nel caso in cui la mutazione del virus fosse tale da rendere inefficace il vaccino, potremmo produrne a stretto giro uno basato sulla sequenza della variante». E nel Centro Ricerche Cliniche lo studio va avanti. Quello sul vaccino, ma non solo su quello. Una trentina quelli in corso, «potenziati» dall’ateneo e fatti in collaboraz­ione con oncologia, il centro fibrosi cistica, neurologia, ematologia. Che se il Covid in questo momento si è preso la scena, la lotta alle altre patologie continua. Anche e soprattutt­o all’ottavo piano del policlinic­o di Borgo Roma.

Stefano Milleri

Noi lavoriamo per trovare le cure, vedere gli assembrame­nti dà fastidio

 ??  ?? La somministr­azione A Verona si sta testando il vaccino ReiThera
La somministr­azione A Verona si sta testando il vaccino ReiThera
 ??  ?? Il Centro e l’università Da sinistra il rettore Pier Francesco Nocini e il direttore del centro, che è organizzat­o da università e Aoui, Stefano Milleri
Il Centro e l’università Da sinistra il rettore Pier Francesco Nocini e il direttore del centro, che è organizzat­o da università e Aoui, Stefano Milleri

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy