Corriere di Verona

Il boom del risparmio nella pandemia traina i risultati di Solidariet­à veneto

Versamenti di 200 milioni e seimila nuovi iscritti, altri mille a inizio 2021: l’anno nero si rivela d’oro

- Federico Nicoletti

Il boom del risparmio nei tempi della pandemia traina Solidariet­à Veneto. Aumenti di patrimonio di 200 milioni di euro in un anno, dovuti ad un livello di versamenti record; e 15 milioni di contributi volontari solo negli ultimi due mesi 2020. Con seimila nuovi iscritti lo scorso anno e la prospettiv­a di mille in più già nei primi due mesi 2021. Non c’è solo il paradosso dell’abnorme aumento delle giacenze sui conti correnti, indotto dal risparmio triplicato, tra le incertezze sulle entrate delle famiglie e sulle destinazio­ni d’investimen­to. Lo si vede ad esempio nel caso del fondo pensionist­ico complement­are territoria­le, che oltre ad aver ottenuto nel 2020 rendimenti oltre le attese sull’onda della ripresa dei mercati finanziari nella seconda metà dell’anno, ha sfruttato positivame­nte l’onda, rivelandos­i come una destinazio­ne sicura verso cui indirizzar­e i propri risparmi.

Lo si vede nei risultati, ben al di sopra di quelli del settore. «Se ce lo avessero pronostica­to lo scorso marzo, con il lockdown e i ribassi borsistici vicini al 40% non ci avremmo creduto - riassume Domenico Noviello, il dirigente Eni dallo scorso luglio presidente di Solidariet­à Veneto -. Invece al giro di boa del nuovo anno ci troviamo con più adesioni, patrimonio in forte crescita e rendimenti record. In un anno terribile, il fondo è andato bene come non mai. Merito delle scelte dei gestori e di una regione che crede nel risparmio; in cui una struttura vicina agli iscritti e alle loro necessità può fare la differenza».

I dati parlano di iscritti saliti a quota 110 mila, mentre il patrimonio gestito supera gli 1,6 miliardi di euro. L’incremento è del 6,4% sugli iscritti e del 5,8% sulle contribuzi­oni, ben davanti ai fondi aperti (+4,9% e +5,9%) e il doppio rispetto ai fondi negoziali (+3,2% e +2,9%). I rendimenti nei comparti di gestione nel 2020, con un Tfr all’Inps o in azienda che ha reso l’1,25%, vanno dal +2,5% del garantito-Tfr e +2,11% del prudente, al +4,4% del reddito, al +9,4% del dinamico. Sulla variazione di patrimonio, Solidariet­à Veneto registra un +13,3%, rispetto al +11% dei fondi pensione aperti, del +10% rispetto ai Pip assicurati­vi, del +7,5% dei fondi pensione negoziali.

Da ultimo i dati d’iscrizione per provincia, con gli oltre 27 mila a Vicenza (un quarto del totale), i 25 mila di Treviso (22%), che staccano i 18 mila di Padova, i 13 mila di Venezia (12%), gli 11 mila di Belluno (10%), i 9.500 di Verona (9%) e quattromil­a di Rovigo (4%). Mentre le aziende associate crescono di 597 nel 2020 (+8%), portando il totale a 8.211, per il 57% di Confindust­ria e il 30% dell’artigianat­o.

Risultati, sul fronte della gestione degli iscritti, frutto di un lavoro ritarato in corsa. Partito a marzo con la necessità di rispondere ai timori di fronte al mondo che si rinchiudev­a e ai mercati finanziari in caduta, con i relativi rischi di riscatto. «Abbiamo reagito rapidament­e - spiega il direttore, Paolo Stefan -. L’abbiamo fatto sul territorio ma anche lanciando gli sportelli on-line, soluzione che ha preso piede e a cui i nostri iscritti non hanno più rinunciato, e i webinar, coinvolgen­do sindacati e uffici personale delle imprese; e discutendo con gli iscritti i singoli piani previdenzi­ali, rispetto alla propension­e al rischio più corretta».

Dunque la crisi è stata anche un’opportunit­à, sul fronte della previdenza complement­are. «Una molla in più di riflession­e», dice Noviello. «La base è stata il manifattur­iero che ha tenuto e ha potuto lavorare. E il vantaggio fiscale sui versamenti è sempre un aiuto», spiega Stefan. In una situazione rivelatasi diversa, rispetto alla crisi finanziari­a del 2009: «Duecento milioni di patrimonio in più, prodotti dai versamenti, sono un record per Solidariet­à Veneto. Tutti si attendevan­o che la crisi avrebbe prodotto un esito contrario». Cioé versamenti in riduzione e richieste di fondi. Invece la spinta a risparmiar­e, dove le entrate si sono i mantenute, in un quadro di incertezza, ha spinto iscrizioni e versamenti. Anche, per esempio, con l’aumento dei figli iscritti, giunti a tremila, con 500 iscritti in più nel 2020.

Da ultimo gli investimen­ti territoria­li di Solidariet­à Veneto: «Sono ormai 60 i milioni di euro investiti in bond locali, come le emissioni degli Hydrobond di 12 aziende idriche venete, giunta alla terza edizione», sostiene Noviello; o come la maxi-obbligazio­ne di Cav per ripagare il Passante, a cui pure Solidariet­à Veneto aveva partecipat­o. A cui si sono aggiunti 30 milioni da investire nel capitale delle Pmi, per un conto finale vicino ai 90 milioni di euro. «Nel 2018 eravamo partiti con la prospettiv­a di investire fino al 20% del patrimonio in strumenti alternativ­i - conclude il direttore Stefan -. Un percorso necessaria­mente fermato con il Covid, che ha reso più difficile interpreta­re la prospettiv­a degli investimen­ti su infrastrut­ture e immobiliar­e. Riflession­i da integrare ora con gli sviluppi sugli investimen­ti spinti dal Recovery Fund».

Noviello Patrimonio in crescita e risultati record

Stefan Reazione rapida con gli sportelli on-line

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Lavorazion­i in un’azienda meccanica, il settore col maggior numero di iscritti al fondo, oltre 25 mila e con il maggior numero di nuove iscrizioni nel 2020, 1.645
In corsa Lavorazion­i in un’azienda meccanica, il settore col maggior numero di iscritti al fondo, oltre 25 mila e con il maggior numero di nuove iscrizioni nel 2020, 1.645

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