Crac Crediveneto, revisori tra i 24 indagati: «Attestazioni fasulle»
Avviso di chiusura indagini e rinvio a giudizio dietro l’angolo per 24 indagati intorno al crac finanziario di Crediveneto, di Montagnana (Padova) e ai danni economici patiti dai risparmiatori proprietari di titoli dell’istituto. La banca, che aveva 27 sportelli, era stata posta in liquidazione coatta nel maggio del 2016 e ceduta nella sua componente attiva a Banca Sviluppo, mentre le passività confluirono al Fondo di garanzia istituzionale del Credito Cooperativo. Fra i soggetti indagati, oltre a presidenti, vicepresidenti, direttori generali, amministratori dei vari Cda e membri dei collegi sindacali, c’è anche un esponente della società di revisione PriceWaterHouseCoopers, dato sul quale esprime una particolare soddisfazione il legale che assiste circa 400 ex soci traditi» della Bcc, Matteo Moschini.
«La Procura della Repubblica di Rovigo – sottolinea Moschini – si accinge a mandare a giudizio la Pwc che, secondo l’ipotesi ‘consapevolmente attestava il falso ed occultava informazioni rilevanti sulla reale situazione economica, patrimoniale e finanziaria della banca, esprimendo sui bilanci un giudizio positivo, senza rilievi, rivelatosi falso perché basato su una revisione contabile compiacente ed infedele, svolta in violazione dei principi di revisione nazionali ed internazionali, cagionando altresì un danno patrimoniale ai destinatari delle relazioni di revisione, ed in particolare, ai soci azionisti ed agli obbligazionisti subordinati». Moschini riporta poi i passaggi della relazione di Banca d’Italia secondo cui «la governance di Crediveneto ha confermato la propria debolezza ed inadeguatezza nel fronteggiare il progressivo declino della situazione aziendale e il collegio sindacale ha di fatto abdicato al proprio ruolo, appiattendosi acriticamente sulle valutazioni della società di revisione».
Gli accusati sono i presidenti Piergiorgio Agostini e Alessandro Belluzzo, Giancarlo Pasqualin, presidente del comitato esecutivo, i vicepresidenti Federico Furlani, Tiberio Martinelli e Tullio Pregno, il direttore generale Luca De Mattia, il vicedirettore Nicola Zanirato, i consiglieri Maurizia Dosso, Piero Benassi, Federica Fortuna, Fabio Manara, Domenico Draghi, Adelino Furlani, Marcello Salandin, Francesco Rinaldo De Agostini, Renato Modenese, Alberto Ferrarini, Diego Girotto, e Emanuele Leoni. Per i collegi sindacali gli indagati sono Eugenio Salvi, Gian Marco Rando e Laura Fabbri e, per Pwc, Alessandra Mingozzi.