«Firme false», tre condanne: 14 mesi a Bassi, 8 a Gasparato
Con loro il consigliere Zandomeneghi. Assoluzione per altri 4
«Firme false per le amministrative»: a 7 anni dalla tornata elettorale per le comunali di Pescantina, è andato in scena ieri l’epilogo giudiziario di primo grado con la pena più elevata, un anno e due mesi, che è stata sancita dal giudice Carola Musio a carico di Andrea Bassi, assessore comunale all’Edilizia Privata; 8 mesi invece per Matteo Gasparato, presidente in carica del Consorzio Zai; 8 mesi anche nei confronti di Marco Zandomeneghi, consigliere comunale. Oltre alle condanne con pena sospesa a carico dei tre esponenti di «Verona domani», sono state disposte anche 4 assoluzioni nel tardo pomeriggio di ieri per il caso delle presunte «firme false» in vista delle elezioni comunali a Pescantina del 2014: nel mirino le sottoscrizioni raccolte per due delle tre liste a sostegno dell’allora candidato sindaco Damiano Berzacola (ieri assolto), «Cambiare si deve» e «Lega Nord-Liga Veneta Pescantina». Oltre a Berzacola, sono cadute le accuse anche per Mirco Caliari, Francesco Marchiori e Paolo Vallenari. A vario titolo, il reato ipotizzato dal pm Beatrice Zanotti era «falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale». In concorso tra loro, avrebbero falsificato le firme della lista «Cambiare si deve» ricopiandole da elenchi in formato A4 a moduli in formato A3. Inoltre avrebbero attestato di aver raccolto le firme (tutte) alla presenza del pubblico ufficiale Carla De Beni. Quest’ultima (che per questa vicenda aveva già patteggiato nel 2017) e Bassi, dovevano rispondere anche di un’ulteriore accusa riguardante presunte irregolarità nella lista della Lega.
Ieri durante la requisitoria il pm Zanotti ha chiesto la condanna per Gasparato (difesa Vicentini), Bassi (difesa Baciga e Gaspari), Zandomeneghi (difesa Vicentini)e anche per Marchiori(difesa Capuano):
quest’ultimo invece è stato assolto insieme agli altri 3 imputati, difesi dai legali Vicentini (per Berzacola e Caliari) e Cuoghi (Vallenari). Per le motivazioni bisognerà attenderne il deposito tra 40 giorni, dopodiché potranno scattare gli eventuali ricorsi in appello per una vicenda che iniziò in parallelo a quella già avviata dal pm Zanotti nei confronti di 102 indagati a vario titolo per la raccolta firme in vista delle amministrative del 2014 nel Veronese, tra i quali anche Legnago e San Bonifacio. Proprio sulla base dei risvolti di quella prima maxi-inchiesta, la Procura accese nuovamente i fari sulla sfida elettorale di Pescantina.