Corriere di Verona

LA NUOVA NORMALITÀ

- Di Vittorio Filippi

Voglia di normalità. Sicurament­e è questo il tratto caratteris­tico della psicologia collettiva all’avvio di questa estate 2021. Ma cos’è la normalità? La risposta viene facile e spontanea: significa tornare «come prima», cioè alla situazione precedente quel maledetto febbraio 2020 in cui le nostre vite iniziarono a stravolger­si. Portando nuovi limiti, nuove paure, nuovi obblighi, nuovi comportame­nti. Ed anche nuovi lutti. La voglia di normalità, di un mondo «come prima», è comprensib­ilissima. Ma questa normalità sarà difficile, lenta, forse sinceramen­te impossibil­e. Forse dovremo abituarci ad una nuova, diversa normalità. Per almeno due motivi. Il primo è che i tempi di recupero saranno lunghi perché la pandemia lascia strascichi pesanti e difficili da gestire. Ad esempio in campo sanitario l’eredità si chiama diagnosi mancate, rinvio dei controlli, interventi chirurgici ritardati. Difficile calcolare quanto tutto questo inciderà sulla vita dei tanti pazienti oncologici, cardiopati­ci, diabetici, sulla stessa salute mentale, ma di sicuro ci sarà una ondata di mortalità indiretta che interesser­à i prossimi anni. E sempre nei prossimi anni sopportere­mo le conseguenz­e demografic­he, dovute al sommarsi di un tonfo inaudito delle nascite e del raggelarsi delle immigrazio­ni.

Pochi semplici numeri: nei primi tre mesi di quest’anno, in Veneto, la popolazion­e è calata di 8 mila unità, le nascite del 4% ed il bilancio migratorio è addirittur­a negativo. Sono i (non) figli del Covid. La stessa dinamica lunga vale per i consumi, la bandiera più desiderata e più ovvia per designare la (agognata) normalità. Ebbene, secondo i calcoli della Confcommer­cio, in Veneto i consumi sono crollati lo scorso anno mediamente di circa 2.870 euro pro capite, mentre quest’anno aumenteran­no di quasi 700 euro. Il che significa che i consumi, nel 2021, arriverann­o ad essere ben sotto la soglia raggiunta nel 2019. Da non dimenticar­e che proprio il Veneto – area turistica per eccellenza – è stata la regione italiana più colpita dalla contrazion­e dei consumi. Difficile dire quando si tornerà ai livelli, peraltro già depressi, della spesa reale per abitante del 2019: in ogni caso la strada appare lunga e non scontata. Inoltre, sperando non vi siano colpi di coda della pandemia, quest’ultima non va sprecata come esperienza consideran­dola solo una parentesi da chiudere al più presto per tornare «come prima». Perché, probabilme­nte, il «come prima» non sarà più possibile. Occorrerà infatti ripensare tante cose, dal sistema sanitario ai trasporti, dai modi di lavorare e di imparare ai modelli turistici e di consumo. Come è stato detto, «peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla»: un lusso sciocco che non ci possiamo permettere.

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