Controlli del Green pass Certi solo su navi e aerei
Le indicazioni più chiare reperibili sono quelle di una circolare ministeriale: da ieri il Green pass entra in vigore ma l’obbligo di controllo è a carico di compagnie aeree e di navigazione.
L’esibizione più frequente del Green pass vaccinale potrebbe risultare, a conti fatti e sciaguratamente, quella esultante sui propri canali social. Da ieri l’Eu digital Covid Certificate è entrato ufficialmente in vigore ma capire a chi va mostrato il prezioso Qr Code e chi è titolato a chiederlo non è un’impresa semplice. Parli di «controlli» e immagini che le prefetture possano saperne qualcosa. Ma i presidi territoriali dell’Interno spiegano che la competenza è delle autorità sanitarie. Il tema sono soprattutto i turisti stranieri (nella maggior parte dei casi tedeschi, svizzeri e austriaci) che sono tornati a colonizzare festosamente litorale, lago e monti veneti. Il mezzo di trasporto principe è l’auto. Ma, anche qui, chi si attende controlli sulle strade mirati alle auto con targa straniera sarà deluso. Lo stesso vale per le strutture ricettive. Alberghi, campeggi e hotel non sono tenuti o titolati a richiedere il Green pass. Unica eccezione se l’albergo è organizzatore di un evento, un meeting, un matrimonio o un congresso. In quel caso è la struttura ricettiva che chiede il prezioso certificato. Non si contano i no comment delle istituzioni più svariate. Insomma, «chi controlla chi» resta materia ancora piuttosto delicata. Le risposte sono contenute nella circolare esplicativa del Ministero della Salute inviata all’Enac, al Mims, agli Esteri, all’Interno, al dipartimento per gli Affari regionali, al commissario straordinario per l’emergenza Covid 19 ma anche agli assessorati regionali alla Salute, ai Nas e, veniamo al dunque, agli Usmaf (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera) oltre che a tutti gli aeroporti e alle compagnie aeree che operano nel Paese.
I controlli veri si concentrano, infatti, sui terminal di imbarco delle navi da crociera e al check in aeroportuale (nel caso si sia fatta la procedura online, il controllo è previsto all’imbarco). Nessun onere, però, a carico degli aeroporti. Il controllo, rigorosamente, all’imbarco, è compito delle compagnie aeree che faranno compilare ai passeggeri anche il Digital Passenger Locator Form vale
In volo L’obbligo di controllare il Green pass all’imbarco aereo ricade sulle compagnie
Alla frontiera Per chi arriva in auto dall’estero è possibile essere controllato dalla Sanità di frontiera
a dire un modulo (digitale o cartaceo) in cui il viaggiatore indica le proprie generalità, la provenienza, la destinazione, il luogo di permanenza. Il tutto per poter tracciare eventuali contatti di positivi sul mezzo di trasporto. Per chi prende il mare, il Green pass fa «risparmiare» uno dei tre tamponi previsti, quello nelle 48 ore precedenti l’imbarco. Uno va comunque eseguito, ad esempio nel caso di Msc, prima dell’imbarco e uno a metà crociera. Nulla è previsto, pare, per chi viaggia in treno e per chi passa la frontiera in auto si dovrebbero attivare gli operatori del servizio sanitario di frontiera. Controlli che però, recita la circolare esplicativa, «possono essere effettuati anche all’arrivo in Italia da parte di pubblici ufficiali come gli operatori Usmaf per le attività di vigilanza sanitaria». Infine, fra chi deve chiedere di esibire il Green pass ci sono i gestori della Rsa. «Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione - spiega Roberto Volpe di Uripa - ma certo, siamo obbligati a chiedere il Green pass». Va detto che non tutti i paesi dell’Unione Europea sono già a regime con il rilascio del certificato e quindi il ministero ricorda la fase di transizione fino al 12 agosto decisa dal regolamento europeo.