Salvini e Tosi la clamorosa alleanza ora è possibile
L’accelerazione dopo l’iscrizione di Sboarina a FdI
Grandi manovre nel centrodestra, in vista delle elezioni comunali della prossima primavera. E la manovra più grossa di tutte, quella che potrebbe cambiare radicalmente lo scenario elettorale, riguarda il riavvicinamento in corso tra Matteo Salvini e Flavio Tosi.
Grandi manovre nel centrodestra, in vista delle elezioni comunali della prossima primavera. E la manovra più grossa di tutte, quella che potrebbe cambiare radicalmente lo scenario elettorale, riguarda il riavvicinamento in corso tra Matteo Salvini e Flavio Tosi. Il dialogo tra l’ex sindaco e la Lega non si era mai interrotto ed era diventato fittissimo, dopo l’iscrizione del sindaco, Federico Sboarina, a Fratelli d’Italia. La parte del Carroccio veronese che non ha mai «legato» con Sboarina (a partire dal segretario provinciale e assessore comunale Nicolò Zavarise) aveva subito tuonato: «Avete visto? Avevamo ragione noi…». Ma la vera alternativa al sindaco in carica, per il centrodestra, era ed è solo quella di far la pace con l’ex sindaco. Che Salvini continuava a vedere come il fumo negli occhi («Quel nome non fammelo più sentire» aveva sibilato Matteo ad un incauto dirigente veronese, nel corso di una riunione romana divenuta famosa, tempo addietro).
Poi però, è arrivata Giorgia. Le foto di Sboarina e Meloni, mano nella mano a San Zeno, hanno fatto imbufalire Salvini, che solo pochi giorni prima era venuto in città a promettere «dieci anni di mandato» al sindaco. Da quel giorno, niente è più stato come prima. Matteo ha dato via libera ai suoi proconsoli per «riagganciare» l’ex nemico giurato. E i proconsoli lo hanno preso in parola, più veloci della Mercedes in Formula 1. Talmente veloci che, giusto in queste ore si parla addirittura di un vertice segreto tra lo stesso Salvini e Tosi, un faccia-a-faccia che alcuni sostengono propiziato anche dal selo gretario regionale, Alberto Stefani, e nientemeno che dal ministro Giancarlo Giorgetti.
Nessuna conferma, mentre scriviamo, e magari sono solo voci un po’ precipitose, ma già il fatto che se ne parli dimostra quanta strada si sia fatta rispetto ai tempi in cui Tosi definiva Salvini «un nanetto politico rispetto a Conte» e Salvini cancellava Tosi anche dai libri di storia del Carroccio. Adesso, invece, è tutto cambiato. E nel centrodestra si potrebbe profilare un duelelettorale fino a poche settimane fa impensabile: Tosi appoggiato da Lega e Forza Italia contro Sboarina sostenuto da Fratelli d’Italia e dal suo gruppo civico. Duello elettrizzante anche se non inedito come tipo di schieramenti: nel 2012 Tosi aveva infatti conquistato il suo secondo mandato, sostenuto dalla Lega e dal suo gruppo civico, contro Gigi Castelletti, che era sostenuto da tutto il resto del centrodestra.
Andrà davvero così? Presto per dirlo con sicurezza, visto che mancano ancora una decina di mesi, e vanno discusse parecchie cose. Il tavolo nazionale del centrodestra, dopo che in autunno saranno stati eletti i sindaci di Roma, Napoli e Milano (elezioni tutte da seguire, anche in chiave scaligera) sicuramente si occuperà di Verona. E Giorgia Meloni farà sicuramente fuoco e fiamme in difesa dell’unico sindaco su cui oggi FdI può contare in una città importante del Nord Italia. Ci sarà chi proporrà candidati «di mediazione», rilanciando i nomi di industriali, presidenti di categoria o «civici» di varia caratura, come già da tempo si sta facendo. Ma un «final countdown» tra Tosi e Sboarina, che sarebbe anche un indiretto ma spettacolare braccio di ferro tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni, entra adesso nel novero delle possibilità concrete. Anzi, concretissime.
Dal fonte del centrosinistra, intanto, non sembrano esserci novità di rilievo. Il tempo che era stato concesso all’ex calciatore Damiano Tommasi per dire se accettava di candidarsi a sindaco, è scaduto l’altro ieri. Ma al momento, tutto tace.