Lite per il park Chiesti 3 mesi per il leghista «manesco»
«C’è di mezzo un atto violento e io sono sempre contro la violenza», aveva detto Piergiorgio Pavan, capogruppo della Lega al consiglio comunale di Paese, che aveva convocato anche un mini vertice, svoltosi il 2 ottobre dell’anno scorso, per decidere cosa fare con Danilo Mazzone, 55enne, consigliere del partito di Salvini a Paese e finito nei guai con la giustizia per aver rotto un braccio a Raffaele Petricciulo al termine di una banale discussione nel parcheggio di un supermercato a Treviso. A oltre un anno dai fatti, accaduti a fine maggio 2020, la procura di Treviso, che indagò Mazzone con le accuse di lesioni e minaccia, ha chiuso le indagini e formulato la richiesta al gip del tribunale di emissione di un decreto penale di condanna: 6 mesi e 6 giorni di reclusione, con la riduzione per il rito a 3 mesi e 3 giorni, che verranno sostituiti dalla pena pecuniaria che verrà individuata dal giudice.
«Ti roncolo» avrebbe detto Mazzone a Petricciolo nel parcheggio di un supermercato a Treviso. Il consigliere comunale era bordo della sua auto quando Petricciuolo gli sarebbe sbucato di fronte all’improvviso in sella al suo scooter. L’atmosfera si sarebbe fatta rovente: l’esponente leghista sarebbe uscito dall’auto e i due avrebbero iniziato a litigare. Poi sono passati alle vie di fatto e in un attimo Petricciuolo, che qualche settimana prima a Monigo, era rimasto vittima di una salva di pallini sparati da un vicino di casa, un anziano di 74 anni con problemi di demenza, si è ritrovato a terra, dolorante a un braccio, che risultò rotto.
Danilo Mazzone, nel frattempo, si è sempre proclamato innocente. Ha evitato provvedimenti sanzionatori da parte dei vertici provinciali della Lega ma a Paese la maggioranza formata dai salviniani e Forza Italia lo ha estromesso e ora è un indipendente. «Mi vergogno come cittadino, come rappresentate delle istituzioni e come padre di famiglia - ha detto - è stato un momento di follia, io non volevo fargli del male».