Corriere di Verona

Veneto al test licenziame­nti «Ora anche un’intesa locale»

Via allo sblocco selettivo: «Non ci sarà una fiammata di uscite»

- Federico Nicoletti

Lavoro, anche per il Veneto è scattato, da ieri, il test dello sblocco selettivo dei licenziame­nti. Un passo, che supera il divieto generalizz­ato imposto con la crisi Covid, sospeso tra l’ottimismo di chi vuole far leva sulla ripresa in atto e i timori di chi, invece, rileva ancora troppe crisi in atto. I dati su cui ragionare sono attesi tra qualche settimana: a inizio agosto quelli dell’Inps, già a metà luglio un report di Veneto Lavoro. A dirsi «moderatame­nte ottimista» rispetto alla paventata fiammata di licenziame­nti è il direttore veneto Inps, Antonio Pone. Che aveva già tentato nei mesi scorsi di stimare i lavoratori a rischio, partendo dal dato della cassa integrazio­ne a zero ore. «In Veneto, già a settembre 2020, era sotto il 10% del totale, con altre riduzioni nei mesi successivi - dice Pone. Non aspetto impatti estesi».

La stima a febbraio parlava di 7-8.000 persone. Ma il contesto è migliorato ancora. Il report Inps sulla Cig di giugno, vede le ore autorizzat­e di ordinaria attestate, a maggio in Veneto, a 1,1 milioni, il 95% in meno della cifra-monstre di oltre 26 milioni del 2020. La Cig in deroga, per le aziende più piccole vede richiesti 7 milioni di ore rispetto agli oltre 17 di un anno fa (-60%) i fondi di solidariet­à 13,7 contro 47,7 (-71%).«Tra gennaio e maggio il ‘tiraggio’ (l’uso reale delle ore autorizzat­e, ndr) è diminuito ancora sotto il 50%», dice Pone.

«Il crollo nella Cig c’è ed è fuori discussion­e che la ripresa sia in moto. Vedremo già in autunno, se si tratti di vera ripresa o di una ’bolla’ - dice Alfio Calvagna, il sindacalis­ta Cisl presidente del comitato regioripre­sa nale Inps -. Poi ci sono comparti come il tessile, abbigliame­nto, calzaturie­ro dove la crisi non è finita e si parla di cinquemila posti a rischio tra i terzisti dell’artigianat­o».

Impression­i, ovviamente. Che però in parte spiegano anche le posizioni in Veneto, sull’accordo tra sindacati e categorie di martedì, a Roma, che ha fissato i paletti definitivi della riapertura ai licenziame­nti. Con le 13 settimane di cassa Covid senza le quote a carico delle aziende, per chi le abbia esaurite, il ricorso alle quali fa scattare lo stop ai licenziame­nti. Vi si aggiungono altre 17 settimane di Cig gratuita, tra luglio e ottobre, per le aziende della moda, anche qui con lo stop ai licenziame­nti, che fa rientrare il comparto nello schema previsto anche per le piccole imprese e quelle del terziario. Situazione di blocco ai licenziame­nti che gli artigiani valutano con realismo: «Specie i comparti della moda in crisi, fanno i conti su come mantenere le maestranze legate alle imprese, evitando la diaspora verso altri settori, ritrovando­si sguarnite alla - dicono presidente e direttore di Cna Veneto, Alessandro Conte Matteo Ribon -. Ma c’è da pensare anche a schemi di sostegno per imprese e Made in Italy e a politiche attive di formazione, per non ritrovarci con gli stessi problemi tra qualche mese».

Sul fronte degli accordi sindacati-imprese, il segretario regionale della Cisl, Gianfranco Refosco, vede le 13 settimane in più di Cig come «importante strumento di gestione e soluzione per le crisi aziendali gestite dai tavoli regionali» (32 i casi, con 6.500 addetti e altri 1.500 dell’indotto, secondo stime Cisl). Ma Refosco chiede anche un’iniziativa forte a livello regionale. Avanzando l’idea alla Regione di convocare sindacati e imprese «su politiche attive e formazione continua».

7

In migliaia, la platea dei lavoratori potenzialm­ente interessat­i dallo sblocco dei licenziame­nti, stimato sulla base della CIg a zero ore

Refosco C’è un lavoro da fare con le categorie sulle misure alternativ­e per dare in regione indicazion­i congiunte

Carraro L’avviso comune contiene già gli impegni per le aziende Ma pronti ad una ratifica territoria­le

E poi c’è la questione indicata dall’avviso comune di usare tutti gli strumenti disponibil­i (Cig, contratti solidariet­à difensivi ed espansivi, intese di riduzione d’orario) prima di giungere ai licenziame­nti nei casi di crisi o ristruttur­azione. «C’è un importante lavoro da fare con le parti datoriali sul territorio - sostiene Refosco -, per declinare l’avviso comune in indicazion­i congiunte tese a indirizzar­e la contrattaz­ione nelle singole crisi».

Linea su cui apre Confindust­ria. «Il memorandum contiene già gli impegni per le aziende associate - dice il presidente di Confindust­ria Veneto, Enrico Carraro -. Vedo però che è consuetudi­ne la ratifica a livello territoria­le. Siamo pronti a farlo». E sul fronte licenziame­nti: «Dal nostro termometro il problema sarà ben più trovare personale a tutti i livelli; centrale sarà la formazione. E poi c’è il fattore critico della difficoltà e dei prezzi degli approvvigi­onamenti». Al punto dal fermare gli impianti? «Misuro il caso della mia azienda, dove lo stabilimen­to di Rovigo ha dovuto fermarsi per sette giorni nelle scorse settimane dice Carraro -. E di tante aziende costrette a rivedere i piani di recuperare tenendo aperto ad agosto». «Bene l’intesa, ma che non fa che riprendere una scala di interventi da sempre attuati nelle imprese - aggiunge il vicepresid­ente di Confindust­ria Vicenza, Alberto Favero -. A Vicenza vedo prevalere la ripresa e c’è difficoltà a trovare tecnici. Al punto che vedo con favore l’allargare la ricerca delle figure ad una ricognizio­ne al livello nazionale».

 ??  ?? Ripresa tra le incognite Lo stabilimen­to Carraro-Agritalia di Rovigo
Ripresa tra le incognite Lo stabilimen­to Carraro-Agritalia di Rovigo
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy