Un ambulatorio Long-Covid per chi del virus (pur guarito) ha ancora i sintomi
È in Borgo Trento, protocolli e terapie apposite
Ci sono persone guarite dal Covid ma che a distanza di tre mesi, sei mesi e anche un anno mostrano ancora sintomi. I più comuni sono profonda stanchezza e difficoltà respiratoria, seguono dolori muscolari, quindi «nebbia mentale» cioè «difficoltà a ricordare le cose», cefalea, dolori addominali, difficoltà a dormire e problemi d’ansia, anche nei bambini. La frequenza maggiore si registra negli uomini, con fumatori, obesi e anziani a essere maggiormente esposti a quelle complicanze a lungo termine.
A darne notizia è l’Azienda ospedaliera universitaria integrata, che ieri ha presentato il suo laboratorio Long Covid attivo dal 24 maggio scorso, all’ospedale di Borgo Trento, proprio per fornire visite e aiutare quei pazienti che, benché guariti dal Covid, manifestano ancora i sintomi sopracitati. Era stato il Ministero della Sanità, il 4 giugno scorso, a dare indicazioni alle Regioni di esentare le aziende Ulss per le prestazioni di monitoraggio su pazienti ex Covid. L’obiettivo è «sviluppare protocolli di gestione del Covid nella sua fase attiva per prevenirne le conseguenze, e soprattutto protocolli diagnostici e terapeutici per una gestione ottimale delle complicanze della malattia sviluppando un modello replicabile in tutte le Aziende della regione Veneto». Così Callisto Marco Bravi, direttore generale dell’Aoui, intervenuto ieri insolo sieme alla professoressa Evelina Tacconelli, direttrice dell’unità operativa malattie infettive. Fin qui, il nuovo ambulatorio ha ricontattato circa 500 persone guarite dal Covid, raccogliendo informazioni in generale sia su ex pazienti di terapia intensiva sia su pazienti che sono stati trattati a domicilio. «I primi dati dimostrano che anche chi ha avuto il Covid in forma lieve può avere complicanze. Gli effetti a lungo termine li stiamo osservando nel 10 per cento dei pazienti tra 18 e 60 anni», spiega Tacconelli, mentre la percentuale arriva fino al 40 per cento nei casi degli over 70. Dati simili sono stati tracciati anche negli Stati Uniti e in Inghilterra e da lì quell’indicazione del ministero. I pazienti che finora si sono sottoposti agli esami gratuiti nel laboratorio sono circa centoventi, compresi i non ospedalizzati che, pur avendo presentato sintomi minori, soffrono ancora di conseguenze a lungo termine. A ogni visita corrisponde un indirizzo per il paziente, nel senso che il team è composto da infettivologi, pneumologi, neurologi, internisti, microbiologi e psicologi cui il paziente può rivolgersi in base ai sintomi ancora presenti e attestati: «Se il paziente ha un problema pneumologico lo si collega direttamente con l’ambulatorio di pneumologia, idem se il problema è psicologico e via proseguendo: si cerca di dare anche una risposta al problema», dice Tacconelli. Nell’ottica di Bravi e dell’Aoui, l’iniziativa servirà anche a valutare la durata della «copertura anticorpale naturale» post Covid e post-vaccinazione dei pazienti con una positività pregressa, con i dati raccolti che potranno «fornire evidenze scientifiche sulla necessità di una terza dose di richiamo nei pazienti più fragili». Va detto che l’ambulatorio è finanziato dai fondi europei Orchestra. «Questo ci ha permesso di creare un ambulatorio ultra-specialistico», dice Bravi. Dell’operatività del laboratorio sono stati informati tutti i medici di medicina generale. E per appuntamenti o informazioni, come spiega l’Aoui, i contatti sono rappresentati dall’indirizzo email «ambulatorio.followup.covid19@aovr.veneto.it» oppure dal numero di telefono 045/81267902.
Tacconelli Gli effetti a lungo termine li osserviamo nel 10 % dei pazienti tra i 18 e 60 anni