Torna in libreria «Dante e Verona» Firmato: Alighieri
Non solo Verona è la patria adottiva di Dante, prima città ad accoglierlo dopo l’esilio da Firenze, quest’anno giustamente inserita tra le città dantesche all’interno delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte del poeta, ma Verona è anche la città che ospita da sempre i suoi discendenti: il conte Pieralvise Serego Alighieri abita a Gargagnago di Valpolicella, nella casa acquistata a metà Trecento dal figlio di Dante, Pietro Alighieri, il quale dopo la morte dell’illustre genitore, lasciò per sempre Firenze per stabilirsi a Verona. «Nel 1921, a celebrare i seicento anni dalla morte di Dante Alighieri, Pieralvise di Serego Alighieri – dice suo nipote Pieralvise, omonimo, discendente del poeta - fece pubblicare e generosamente diffuse il volume Dante e Verona a cura di Antonio Avena e sua. Oggi, cento anni dopo, onorandone il settimo centenario, grazie al prezioso contributo di Gian Paolo Marchi che nell’introduzione ripercorre il contesto di quel periodo storico e grazie al fattivo apporto di Marco Fill con la QuiEdit, si è ritenuto fosse giusto riportarlo alla luce, realizzandone una ristampa che esalti il pregio della pubblicazione originale e il valore ancora ben vivo. La nuova edizione vuole essere un dovuto omaggio ai curatori di allora, agli appassionati di oggi, a Verona e al suo antico e rinnovato legame con il sommo poeta». Ecco svelato il motivo della nuova edizione 2021 Dante e Verona (pubblicato da QuiEdit, 28 euro), con la nota introduttiva di Gian Paolo Marchi, professore emerito di Letteratura Italiana dell’Università di Verona, con una laurea honoris causa dell’Università di Szeged, conferita per la promozione degli studi danteschi. «Lo scopo del volume – spiega il professor Marchi – è di fornire uno sguardo d’insieme sulla storia politica e letteraria della Verona scaligera, sostenuto a inizio del secolo scorso da un minuzioso apparato critico-erudito che venne apprezzato da personalità politiche e da studiosi». Presenti i saggi Verona ai tempi di Dante di Luigi Simeoni, Politica dantesca e politica scaligera di Luigi Carcereri, Sopra le bellezza della Commedia di Dante di Guido Mazzoni e tanti altri. Conclude Marchi: «Il 1921 culminò, il 17 luglio, con l’apertura dell’Arca di Cangrande, col recupero anche della stessa spada da gran condottiero, ora esposta alla Gam – Galleria d’Arte Moderna Achille Forti». Cent’anni dopo la stesura di Dante e Verona, torna l’occasione di scorrerne le pagine per seguire le tracce del padre della lingua italiana. (Marianna Peluso)