Corriere di Verona

Locali «disobbedie­nti» la mappa è un fake

Chi è inserito a forza e chi resta in bilico, pochi i «pasionari» Categorie spaventate dall’inverno: «L’onere sempre a noi»

- Di Giacomo Costa

La mappa interattiv­a della penisola è un VENEZIA ammasso inestricab­ile di puntini geolocaliz­zati, ma allargando sul Veneto i segnalini si allontanan­o e, alla fine, ne rimangono una manciata per provincia. Di questi, pochissimi tengono il punto, qualcuno cerca di mantenersi in un’ambigua area grigia, ma la maggior parte sta preparando la denuncia perché sarebbe stata inserita nell’elenco a sua completa insaputa.

La mappa interattiv­a VENEZIA della penisola è un ammasso inestricab­ile di puntini geolocaliz­zati, ma allargando sul Veneto i segnalini si allontanan­o e, alla fine, ne rimangono una manciata per provincia. Di questi, pochissimi tengono il punto, qualcuno cerca di mantenersi in un’ambigua area grigia, ma la maggior parte sta preparando la denuncia.

L’elenco dei locali «No Green Pass» che da un paio di giorni circola su Telegram non sarebbe troppo affidabile e, anzi, potrebbe rivelarsi una granata senza sicura rimasta in mano a chi cercava di lanciarla. La mappa è stata compilata da un privato e diffusa grazie ai canali del movimento «Io apro», che già ad aprile aveva mobilitato commercian­ti e ristorator­i, ma sembra che l’autore non si sia preoccupat­o di verificare se le informazio­ni fossero corrette. È il caso del ristorante Al Burchiello, nell’entroterra veneziano: «Credo abbiano visto un post su Facebook in cui spiegavamo che da noi non è necessario, ma solo perché abbiamo un giardino esterno. Non ci siamo mai espressi contro la legge». Stessa cosa per il pub Route 66 di Jesolo, che ha già inviato una mail per chiedere di essere rimosso dalla lista, oltre ad aver chiarito ai clienti via social il fraintendi­mento; la pizzeria La Fornace, sempre nel Veneziano, oggi si appellerà direttamen­te ai carabinier­i. Durissimi anche i commenti del ristorante Al Fogher di Treviso: «Ci rivolgerem­o alla polizia postale. Non solo non è possibile andare contro alla legge ma in questo periodo siamo pure chiusi, è una doppia falsità che ci può costare mille euro di multa.».

Non mancano i ristorator­i che si mantengono in bilico: a Marcon (Venezia) un locale già multato ad aprile risponde in maniera vaga alla richiesta di cenare senza pass: «Certo, abbiamo un bello spazio esterno»; ma se fa caldo e si preferisce l’aria condiziona­ta, serve il Green pass? «Ma no, si sta benissimo fuori». E niente altro. Al Vigorantin­o, di Padova, il titolare mette in chiaro: «Ho 200 coperti fuori, chi si vuole sedere all’interno può farlo, io mi rifiuto di chiedere documenti, non sono un carabinier­e. Ma se arrivano le forze dell’ordine la responsabi­lità è dell’avventore». A non concedere alcuno sconto è l’irriducibi­le Stefy’s Bar di Bassano: «No, io non chiederò il Green pass, lo trovo sbagliato. Sono stata anche l’unica a tenere aperto ad aprile, ricevendo fiumi di compliment­i. Chiudo sabato e domenica, come sempre: non trovo giusto strumental­izzare, l’importante è mantenere le cose nella normalità, come sono sempre state, non approfitta­rne». E poi ci sono gli estremi opposti: a San Donà di Piave una pizzeria che aveva solamente pubblicato online le regole ministeria­li è stata tempestata di insulti, accusata di discrimina­zione, oltre a vedersi augurare il fallimento.

Negli uffici delle associazio­ni di categoria, intanto, prevale la preoccupaz­ione di dover chiudere di nuovo tutto e, di conseguenz­a, anche l’obbligo di esibire il pass è tollerato, ma nessuno nasconde una certa diffidenza: «Si continua a scaricare la palla sui pubblici esercizi, anche se i contagi sono saliti anche quando eravamo chiusi - ricorda Ernesto Pancin, direttore Aepe - A Venezia poi, anche con le estensioni eccezional­i più della metà dei locali non ha spazio esterno o, al massimo, si deve accontenta­re di un paio di tavoli». Anche Cristina Giussani, presidente di Confeserce­nti Veneto, conferma un avvio senza problemi ma teme lo scontro, anche tra clienti che la vedano diversamen­te: «Credo sia essenziale mantenere le regole anti-contagio: mascherine, distanziam­ento, posti limitati ai tavoli». Patrizio Bertin, numero uno di Confcommer­cio, è preoccupat­o dal prossimo futuro: «Ora sta andando bene, ma quando il clima sarà più rigido o pioverà e nessuno vorrà sedersi fuori come faremo?». Ieri il governator­e Luca Zaia si è espresso chiarament­e sul tema: «Non si può scaricare sui gestori il controllo totale, sono lì per fare pesce alla griglia e bistecche, non i poliziotti».

Bertin Per adesso non ci sono stati scontri ma cosa succederà se piove?

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La verifica sulla porta dei locali avviene rapidament­e tramite le app dedicate. Sotto, la mappa interattiv­a di tutta Italia in cui sono stati inseriti i nomi dei locali che non richiedono il Green pass, ma si tratta di un’operazione unilateral­e di un privato
Pass pronto La verifica sulla porta dei locali avviene rapidament­e tramite le app dedicate. Sotto, la mappa interattiv­a di tutta Italia in cui sono stati inseriti i nomi dei locali che non richiedono il Green pass, ma si tratta di un’operazione unilateral­e di un privato
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