Corsa ai tamponi, da oggi si paga
Zaia: «Troppi 50mila al giorno, rischiavamo il crash». Gli hub presi d’assalto per il Green Pass
Una delibera «esecutiva». Firmata ieri VENEZIA e operativa già da oggi. Niente più tamponi rapidi gratuiti a tutti. L’impennata di richieste per essere in regola col Green pass seppur non vaccinati ha portato alla decisione. Insieme all’accordo nazionale con le farmacie per prezzi calmierati. Resta gratis, fra gli altri, per disabili, Rsa e per il tracciamento.
I sanitari di piazzale Roma sono stanchi ma sorridono raccontando le motivazioni addotte nelle ultime settimane per chiedere il tampone: «Stasera ho un aperitivo»; «stasera esco a cena con le ragazze» (una signora piuttosto
agée evidentemente non vaccinata); «Ho un matrimonio». Tutto finito. La fase dei «tamponi gratis a tutti» è tramontata definitivamente. Da oggi una delibera, varata ieri dalla giunta regionale con un nuovo Piano di salute pubblica, limita solo a specifiche categorie la gratuità dei tamponi antigenici. Per tutti gli altri, segnatamente l’enorme platea di chi lo chiedeva come Green Pass, restano le farmacie con tamponi a prezzi calmierati e i Covid point ma sempre a pagamento e senza priorità rispetto alle categorie titolate al tampone gratuito. Per completezza di informazione, restano gratuiti i tamponi somministrati autonomamente dalla Croce Rossa alla stazione di Santa Lucia, a Venezia. Ma c’è da scommettere che le già ciclopiche code dei giorni scorsi diventeranno ingestibili.
«L’accesso diretto ai tamponi non sarà più garantito perché il nostro sistema va in crash. Non possiamo pensare di fare 50mila tamponi al giorno» dice il presidente della Regione Luca Zaia che spiega diffusamente perché la gratuità, che pure è stata utile per tenere sotto controllo la variante Delta, non è più sostenibile. La decisione era attesa. Con l’accordo siglato fra ministero della Salute, la struttura commissariale affidata al generale Figliuolo e le associazioni che rappresentano le farmacie per la somministrazione di tamponi rapidi a prezzi calmierati, la Regione è passata ai fatti. «Non possiamo avere code di 5 ore - sottolinea Zaia - è un problema anche a livello nazionale». Quindi, chi continuerà ad avere tamponi gratuiti dai Covid point delle Usl? Si torna un po’ alla vecchia maniera. A elencare con precisione le categorie è Michele Mongillo, del Dipartimento di prevenzione: «La gratuità resta per tutti i minori di 12 anni attualmente esclusi dalla campagna vaccinale e per chi ha la certificazione che attesta l’impossibilità alla vaccinazione». Poi, però, ci sono anche i soggetti che presentano sintomi correlabili all’infezione o contatti stretti di positivo solo, però, con prescrizione del medico. Poi, ovviamente, chi deve accedere a una struttura sanitaria ad esempio per un ricovero programmato, tutto lo screening periodico di operatori, ospiti e visitatori di Rsa e strutture sanitarie o socio sanitario (nei casi dei visitatori va esibita una «adeguata evidenza documentale»), tutta l’area della disabilità, care giver inclusi e quella dei servizi ricreativi rivolti ai minori. Infine, ogni Usl ha facoltà di individuare un target epidemiologico fra la popolazione, ad esempio centri di accoglienza notturna o di accoglienza per migranti).
Non è difficile capire che a sparire è proprio il «tampone da Green Pass» per così dire. Non saranno gratuiti i tamponi per viaggi all’estero, motivi personali per attività e servizi per cui è richiesto il Green Pass, esigenze lavorative e di tipo ricreativo. Tradotto, per viaggi, per piacere, per lavoro, per eventi sportivi o culturali, il tampone costerà 8 euro per i minori di 18 anni, 15 per chi è maggiorenne e 22 euro per gli stranieri non iscritti al sistema sanitario regionale, ad esempio i turisti tedeschi sulle nostre spiagge. Quindi i Covid point si stanno attrezzando con il pos. Chiunque potrà scegliere se fare un test rapido a pagamento (i prezzi sono gli stessi) in farmacia o al Covid point dove, però, sarà in coda rispetto alle categorie cui resta garantita la gratuità. Al momento non si prevede l’appuntamento obbligatorio. Ci si potrà presentare liberamente.
I tanti fronti della guerra alla pandemia restano incandescenti, di questi giorni il cahier de doléances dei dg alle prese con i sanitari non vax irriducibili. Ridotti, per dire il vero a «solo» 4 mila unità di cui 500 medici. Sempre troppi, abbastanza da far stilare la lista dei servizi che rischiano di restare carenti. Zaia, però, riaccende il dibattito sulle nuove assunzioni in sanità che continuano a non contemplare l’obbligo di vaccinazione nei contratti. «Non è irrilevante» chiude il presidente.