«Riscaldamento globale, dieci anni per sprecare di meno»
La sentenza è arrivata PADOVA ieri con il sesto rapporto dell’Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico nato nel 1988 in seno alle Nazioni Unite): «Nel prossimo decennio le temperature mondiali si alzeranno di un grado e mezzo», mettono nero su bianco gli esperti. Un’accelerata rispetto alle previsioni del 2016 e la colpa è «dell’attività umana». Il caldo torrido dei prossimi giorni, l’acqua alta dello scorso fine settimana a Venezia, le grandinate con raffiche di vento di oltre cento chilometri orari di luglio sarebbero dunque le tante facce di un unico problema: il riscaldamento globale. «C’è chi non ci crede, ma c’è anche chi non crede ai vaccini e chi pensa che la terra sia piatta», commenta caustico Tommaso Anfodillo, ecologo del dipartimento Territorio e sistemi agro-forestali dell’Università di Padova.
Professore, l’arsura annunciata per tutta la settimana è risultato di questi cambiamenti?
«Sarei cauto, è necessario
il trend climatico generale dal singolo evento. Mi spiego meglio, il clima è ciò che ti aspetteresti in un determinato luogo, il tempo è quello che poi trovi. Per comprendere cosa sta accadendo a tutto il nostro pianeta è importante guardare al clima nel lungo periodo, tenendo conto dei fenomeni locali, e le tendenze sono preoccupanti». Cosa allarma voi esperti? «L’aumento di temperature medie, il rialzamento dei mari, lo scioglimento dei ghiacciai, la variazione delle preci
pitazioni... Non avvengono in maniera uniforme, in alcune zone, quelle artiche e del nord del mondo, si vedono di più, ad esempio. Si pubblicano studi dagli anni Novanta, le soluzioni ci sono ma la società è complessa, non è facile cambiare».
Ora però il tempo stringe «I modelli di previsione sono sempre più precisi e nel 2030 sarà superato il grado e mezzo in più, con una forte accelerazione. Sciogliendosi i ghiacci, il suolo assorbe più radiazioni amplificando l’efseparare fetto serra e velocizzando i cambiamenti climatici. Ma io vorrei lanciare un messaggio positivo».
Ci dica.
«Esistono ampi margini di miglioramento».
Come è possibile?
«La nostra società energivora è sprecona. Sprechiamo così tanto, basti pensare che più del 30 per cento del cibo viene buttato. Basterebbe impegnarci a ridurre appunto i nostri sprechi per rallentare gli effetti nefasti del riscaldamento globale. Dovremmo agire sulle inefficienze».
Ad esempio?
«Non far circolare camion mezzi vuoti, ad esempio. Ognuno deve impegnarsi a cambiare abitudini. Lo abbiamo fatto col Covid, possiamo farlo per il pianeta». (g. b.)
Anfodillo Dobbiamo agire sulle inefficienze e sui nostri comportamenti individuali