Vendemmia, si parte con l’incognita dei raccoglitori Via fra 15 giorni con lo Chardonnay. Confagricoltura: «Il pass obbligatorio complica le cose»
Forbici e cassette già pronte per la vendemmia alle porte. Si parte tra due settimane con le varietà precoci; allo Chardonnay, come da copione, l’onore del taglio di nastro tra i filari. Buone le prospettive di un’annata che al momento presenta uve sane e produzione nella media. C’è un problema però: chi andrà a raccogliere l’uva nei vigneti? Ogni anno in Veneto sono oltre 14.000 gli stagionali agricoli che arrivano da Romania e Bulgaria.
Il picco degli arrivi corrisponde proprio a quello della vendemmia, con 4.000 presenze tra Verona e Treviso.
Quest’anno la reperibilità della manodopera desta più di una preoccupazione: i lavoratori dell’Est sono carenti, gli italiani sono tornati alle loro vecchie occupazioni. Il Green Pass non facilita le cose: se obbligatorio, reperire personale si fa più difficile «Prevedo qualche difficoltà sul fronte della manodopera - sottolinea Christian Marchesini, presidente dei viticoltori di Confagricoltura Verona e del consorzio di tutela Valpolicella -. Molti lavoratori dell’Est, in primis in romeni ma anche i moldavi e i polacchi, sono scomparsi dal lockdown della scorsa primavera e gli italiani, dopo il ritorno nei campi dell’anno scorso di persone di tutte le età rimaste senza occupazione in conseguenza dell’emergenza Covid, sono tornati alle abituali occupazioni nella ristorazione o nel turismo. La raccolta in Valpolicella comincerà a metà settembre e c’è ancora tempo per reperire personale, ma un po’ di preoccupazione c’è visto che la raccolta, soprattutto per l’uva da Amarone, è tutta manuale ed esige operai con esperienza, in quanto si devono selezionare i grappoli migliori». Meno timori esprime Franco Cristoforetti, neopresidente del settore vitivinicolo di Confagricoltura Verona e presidente del consorzio di tutela Bardolino e Chiaretto: «Nel nostro territorio la meccanizzazione ha preso parecchio piede e inoltre parecchie aziende hanno lavoratori stranieri fissi, che vengono impiegati per tutta la durata dell’anno durante le diverse lavorazioni – spiega -. Vedremo comunque a fine agosto, quando si faranno i contratti per gli stagionali. Assistiamo a un acceso dibattito sul green pass relativo ai lavoratori, ma per quanto ci riguarda riteniamo difficile che venga reso obbligatorio, in quanto creerebbe un problema per il reperimento del personale. Peraltro, per il lavoro in campagna avrebbe poco senso, dato che si svolge per la maggior parte all’aperto».
La qualità L’annata per ora presenta uve sane e produzione nella media