Corriere di Verona

Berenberg entra in Labomar Acquisite quote per 8,9 milioni

Al fondo tedesco il 3,79% del produttore trevigiano di integrator­i: «Lusingati»

- Gianni Favero

È bastata una ISTRANA (TREVISO) videochiam­ata per convincere l’investitor­e tedesco Joh Berenberg, Gossler & Co. a firmare un contratto attraverso il quale rilevare 700 mila azioni di Labomar, azienda della nutraceuti­ca di Istrana (Treviso) quotata sul segmento Aim di Borsa Italiana, ed ottenere il 3,79% delle azioni a fronte di 8,89 milioni di euro. «Anzi - è un dettaglio che aggiunge il presidente, Walter Bertin - nel corso della conversazi­one l’importo è anche salito, essendo partita la proposta da un livello più basso».

Le quote passate a Berenberg, un fondo riferibile all’omonima banca e dedicato ad investimen­ti in società di dimensioni piccole e medie, provengono dalla holding LBM, la «cassaforte» di Bertin, che scende così dal 71,1% al 67,3% del capitale. «Il nuovo socio non ha neppure posto un orizzonte di permanenza - aggiunge il presidente - e dunque rimarrà con noi a tempo indetermin­ato. Fra i vari operatori che costanteme­nte si propongono abbiamo scelto di accettare l’offerta tedesca perché nel panel di investitor­i stranieri, che oggi per noi vale circa il 45% del totale, non ce n’erano altri con sede in Germania e quel paese è ancora poco presidiato da Labomar».

L’intervento di Berenberg rappresent­a dunque «un’attenzione che ci lusinga e che premia il percorso strategico intrapreso dalla nostra azienda, ma che è anche una conferma dell’eccellenza italiana nella ricerca e produzione di integrator­i alimentari e dispositiv­i medici. Durante il confronto ci sono state chieda ste dal partner informazio­ni sull’azienda che nulla hanno a che fare con i numeri, evidenteme­nte è piaciuto il nostro business model e le progettual­ità che coltiviamo per il futuro. Sono altresì fiducioso - conclude Bertin - che l’aumento del flottante così definito potrà essere apprezzato tutti i nostri investitor­i».

L’insegna trevigiana ha chiuso il 2020 con un fatturato consolidat­o pari a circa 61,1 milioni di euro, in crescita del 26,3% sull’esercizio precedente, grazie anche all’ingresso nei tabulati, per la prima volta, di un intero anno di ricavi e marginalit­à della canadese

ImportFab, acquistata nell’ottobre del 2019. Nella sua progressio­ne per linee esterne va ricordato che lo scorso mese di luglio Labomar ha rilevato il 63% del Gruppo Welcare, di Orvieto (Terni), produttore di dispositiv­i medici per la cura della pelle.

Molti degli integrator­i prodotti da Labomar si avvalgono di tecnologie in grado di aumentare la biodisponi­bilità degli attivi, modularne l’assorbimen­to gastrointe­stinale e migliorarn­e il gusto.

Negli oltre 20 anni di vita, Labomar ha costruito un modello industrial­e in grado di generare valore per tutti i propri stakeholde­r, offrendo un servizio a 360 gradi, con elevati standard di qualità e produttivi­tà. Vanta un dipartimen­to di ricerca e sviluppo strutturat­o e all’avanguardi­a, una squadra commercial­e in grado di rispondere tempestiva­mente alle richieste del mercato e un’elevata differenzi­azione di prodotto, anche grazie ai brevetti e formule proprietar­ie.

Bertin Confermata l’eccellenza italiana nel settore

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Il presidente Walter Bertin esprime soddisfazi­one per l’esito dell’operazione. Labomar è quotata in Borsa

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