Stop ai test gratuiti Verona, i centri tamponi adesso sono deserti
Girardi (Usl Scaligera): «Ad agosto abbiamo molti più vaccini disponibili che prenotazioni»
Si sono subito visti gli effetti dell’introduzione del test a pagamento: se fino ai giorni scorsi, fuori dai centri tamponi, si registravano code estenuanti sotto il sole, «già lunedì e di nuovo oggi (ieri per chi legge, ndr) erano deserti», sottolinea il dg dell’Usl Scaligera, Girardi.
Cambio di strategia nel servizio tamponi per il Covid, da ieri, per effetto della nuova delibera della giunta regionale che ora li prevede a pagamento. «Non possono essere un lasciapassare per fare vita sociale – esordisce il direttore generale dell’Usl Scaligera Pietro Girardi, durante il punto stampa di ieri –, non era quello lo scopo della sanità pubblica. Cerchiamo di garantire i tamponi a tutti ma, se vengono fatti per diagnosi di malattia o per monitoraggio allora rimangono gratis, mentre se sono fatti a “uso commerciale”, magari per andare a cena fuori, adesso si pagano».
Il concetto di fondo è che i tamponi non possono essere la «via di fuga» dal vaccino. Quindi, se servono per andare in pizzeria o a divertirsi, non possono essere a carico della pubblica amministrazione.
E si è visto subito il risultato dell’introduzione del test a pagamento: se nei giorni scorsi, fuori dai centri tamponi, si registravano code estenuanti sotto il sole, «già lunedì e di nuovo oggi (ieri per chi legge, ndr) erano deserti», sottolinea Girardi, che precisa anche come il Veneto sia passato dall’eseguire 50mila tamponi al giorno a 100mila, il doppio dall’introduzione della certificazione verde.
Ma i test a pagamento potrebbero inficiare il tracciamento del virus? Il dg precisa: «Un po’ sì, ma c’è da dire che, con la scusa del tampone da tracciamento, si sono trascurate tutte le misure di distanziamento. C’è più contatto, soprattutto tra i giovani: non è che adesso si può baciarsi e abbracciarsi, il distanziamento di almeno un metro rimane, anche se praticamente nessuno lo applica più. E quando si cerca di tracciare il contatto, il positivo spesso omette che alla fonte c’è stato un abbraccio o un bacio».
Quindi l’ulteriore precisazione: l’accesso ai centri tamponi continuerà a essere libero, ma solo per quelli antigenici-rapidi. Per fare quelli molecolari, invece, servirà l’impegnativa del medico o l’ invio diretto dal Sisp. Rimangono aperti i centri in fiera a Verona e negli ospedali di San Bonifacio, Negrar, Pederzoli, Villa Garda e Malcesine; al distretto sanitario di Bardolino e a quello polifunzionale di Bussolengo. Sono esentati dal pagamento tutti i soggetti fragili, ospiti e operatori di Rsa, chi deve accedere a strutture sanitarie, tutti i minori fino ai 12 anni. Mentre tutti i turisti, in particolare i tanti tedeschi sul lago di Garda, che devono esibire il tampone per il rientro in patria, dovranno pagare 22 euro; 15 euro, invece, per gli over 18enni e 8 euro per i ragazzi tra i 12 e i 17 anni.
Sul fronte dei nuovi contagi, l’aggiornamento dell’Azienda sanitaria scaligera sul dato di lunedì, vede 125 nuovi casi, «di cui il 50% nella fascia d’età dai 10 ai 29 anni, in maggioranza tra i 15 e i 25 – precisa Girardi – quindi oggi i più colpiti sono i giovani, poiché le fasce d’età più anziane, ormai, sono in gran parte vaccinate. Gli attuali ricoverati sono 58, di cui 5 in terapia intensiva e 53 in area non critica. Tra i cinque in intensiva, una paziente ultrasessantenne e con patologie pregresse aveva già completato il ciclo vaccinale; mentre tra le 53 in area non critica, si trovano 8 persone vaccinate con due dosi, anche qui tutti ultra 65enni. Rimane il dato che c’è sempre quel 5% di persone che non rispondono al vaccino, in questo caso l’8%, ma tra i ricoverati sono l’85% quelli che non si sono vaccinati».
Nella partita contro il Covid, dunque, si continua a puntare tutto sulla vaccinazione, che ha raggiunto l’86% anche tra gli ultrasessantenni. «Vaccinarsi è davvero importante, è l’arma vincente contro il virus – esorta Girardi -. Abbiamo più vaccini che prenotazioni. Dei quasi 13mila posti aperti dal 9 al 13 agosto, ne sono rimasti ancora 9.500, poiché abbiamo registrato solo 3.444 prenotazioni. Mentre dal 14 agosto all’8 settembre ci sono disponibili 33.152 dosi, ma di prenotate ve ne sono appena 29mila, quindi anche in quel periodo c’è un buco di oltre 4mila vaccinazioni ancora da prenotare. Ora stiamo contattando anche tutte le società sportive, per fare una campagna mirata volta ad incrementare le vaccinazioni».
Gli errori Baci e abbracci, ormai il distanziamento è dimenticato