Indagine-bis della Procura su Cattolica
Nel mirino alcune operazioni della precedente gestione
Il faro della Procura resta puntato su Cattolica Assicurazioni, allo scopo di verificare se la precedente governance della compagnia abbia contribuito, attraverso operazioni e spese, a indebolire il patrimonio.
C’è una serie di operazioni «apparentemente irregolari o che comunque richiedono uno scandaglio di merito», compiute dalla precedente gestione di Cattolica Assicurazioni, su cui la magistratura di Verona intende far luce per verificare se le stesse abbiano o meno avuto effetti lesivi del patrimonio della società e provocato danni ai soci. Lo ha annunciato ieri all’Ansa lo stesso procuratore capo, Angela Barbaglio, precisando che comunque i suoi uffici hanno aperto una procedura nota come «modello 45» e cioè dedicata all’individuazione di eventuali ipotesi di reato senza coinvolgere alcuno in veste di indagato.
L’iniziativa, sempre secondo quanto riferito dal capo della Procura scaligera, si basa sulle risultanze dell’ispezione della Consob risalente allo scorso anno, il cui primo capitolo, quello legato a presunte azioni di condizionamento sui soci in previsione delle assemblee 2019 e 2020, era già stato archiviato sostanzialmente per l’impossibilità di accertare eventi oggettivi in questo senso. Perciò, prosegue il magistrato, si è scelto di indirizzare le energie investigative sul filone degli eventuali episodi di depauperamento del patrimonio sociale, suggeriti dalla Commissione in più punti della relazione conclusiva. Considerazioni che riguarderebbero cioè «investimenti, scelte di governance e di spese sostenute» e che sono dunque confluite in un distinto e autonomo accertamento».
Di cosa si tratta? Per il momento non sono possibili che ipotesi. L’intervento della Consob, va ricordato, fu sollecitato dall’aspro conflitto fra l’allora presidente, Paolo Bedoni, e l’ex amministratore delegato, Alberto Minali, al quale furono sottratte le deleghe. E fra i diversi motivi di scontro tra i due, quello più noto riguardava l’impegno finanziario di Cattolica in HFarm, la piattaforma tecnologica che ha sede nel cuore della tenuta della compagnia assicurativa a Ca’ Tron di Roncade (Treviso), giudicato da Minali inopportuno ed eccessivo. Ma gli input che giustificano e alimentano l’indagine possono essere molti e compito della Procura, rimarca Barbaglio, è di «valutare con un certo approfondimento queste particolari operazioni e uscite di un certo tipo che sono state segnalate dalla Consob, che effetti hanno avuto e, se lesivi di interessi patrimoniali o di soci, individuarne poi gli autori. Se poi è stato forzoso un aumento di capitale di quelle dimensioni e il passaggio di Cattolica a società di capitale - chiude il procuratore - forse nella gestione del patrimonio qualcosa di non perfettamente coerente può esserci stato».
Dagli ambienti della società, intanto, la replica alla notizia della nuova indagine non va oltre il «no comment» di rito.
Barbaglio Valutiamo eventuali effetti lesivi sulla società accertando gli autori