Venezia, 20 appartamenti sotto la lente del Demanio
Dopo il caso Zincone, verifiche in tutto il Veneto. L’ex provveditore: «Un magazzino più che una casa»
Le situazioni di occupazione di immobili pubblici su cui l’Agenzia del Demanio sta facendo delle verifiche in tutto il Veneto sarebbero una ventina. Il giorno dopo la notizia dell’ispezione a carico del provveditore alle opere pubbliche Cinzia Zincone, che abita in una casa a Sacca San Girolamo a Venezia pagando un’indennità di occupazione di 283,80 euro al mese, solo questo trapela dall’Agenzia, che sta conducendo a livello nazionale una campagna di controlli. «Sarebbe utile che venisse data una corretta informazione delle proprietà del Demanio a Venezia e di chi ne usufruisce con agevolazioni o altro chiede la senatrice del M5s Orietta Vanin - altrimenti sembra sia solo una questione personale che riguarda Zincone». La notizia è stata infatti riportata da un’agenzia di stampa che ha fatto solo il suo nome, indicandone peraltro anche l’indirizzo. «E’ sembrata una cosa fatta apposta», prosegue Vanin. Peraltro più di qualcuno a Venezia non ha potuto non pensare allo scontro sempre più acceso di questi ultimi mesi tra Zincone e il commissario del Mose Elisabetta Spitz, che è stata per anni dirigente del Demanio.
Zincone fino al 2018 ha abitato in un immobile del Demanio a Riva de Biasio, vicino alla stazione di Venezia. Poi l’Agenzia le ha chiesto di restituirla e lei ha deciso di spostarsi nel nuovo alloggio, che era libero e, appunto, costava poco. «Più che una casa lo definirei quasi un magazzino», spiega però Roberto Linetti, che all’epoca era il provveditore e che firmò il contratto. «Un piccolo ricovero della polizia lagunare, assegnato al ministero», aveva spiegato lei. L’indennità mensile era stata fissata secondo i parametri di un decreto ministeriale del 2013. E quando nel settembre del 2019 Linetti andò in pensione, lei decise di non trasferirsi nell’alloggio di servizio destinato al provveditore, che si trova in Riva del Vin, ma è un «colosso» di 250 metri quadri, con elevate spese per le utenze (soprattutto di riscaldamento). Inoltre nel 2016 l’allora ministro Graziano Delrio aveva stabilito che non ci fossero più alloggi di servizio a titolo gratuito e dunque per stabilirsi lì si sarebbe dovuto pagare circa un migliaio di euro al mese.
Zincone in questi giorni ha anche ricevuto una contestazione disciplinare dal ministero per aver anticipato dei pagamenti alle imprese del Mose, «scavalcando» così il Consorzio Venezia Nuova e soprattutto violando la «par condicio» dei creditori, dato che il 7 maggio scorso il liquidatore Massimo Miani ha depositato al tribunale di Venezia un’istanza di ristrutturazione del debito che avrebbe dovuto «congelare» la situazione ed evitare il saldo di fatture. Sotto accusa per ora c’è un pagamento di 850 mila euro complessivi a Clodia, ma il provveditore ne avrebbe eseguiti anche altri, per un totale di circa due milioni di euro a varie imprese che avevano vinto gli appalti.