Hanno lo Sputnik, turisti russi e ungheresi fuori dall’Olimpico
Una sorta di «cortina di ferro» VICENZA vaccinale ha impedito ad alcuni turisti russi di visitare il Teatro Olimpico di Vicenza. Le immagini non sono più quelle in bianco e nero del dopo guerra o quelle ormai sbiadite degli anni Ottanta. Risalgono a ieri, quando all’ingresso del complesso medioevale che ospita l’opera palladiana, quattro turisti non hanno superato l’esame del Green pass. La ragione è riconducibile alla loro vaccinazione. Lo Sputnik V, con cui sono stati vaccinati i turisti russi in patria, non sarebbe presente nel software del programma ministeriale che dà il via libera agli ingressi nei luoghi chiusi. Così, i visitatori, hanno salutato il Teatro Olimpico ancora prima di vederlo, accontentandosi di guardare le fotografie appese all’esterno, sedendosi sulle panchine del giardino olimpico dove hanno aspettato il resto della comitiva.Non è ancora noto se gli interessati abbiano chiesto il rimborso ma di certo la loro disavventura non è un caso isolato. Quattro giorni fa un episodio simile era già accaduto, sempre all’ingresso dell’Olimpico. Protagonisti un gruppo di turisti magiari, anche loro tutti vaccinati con lo Sputnik V. «In questi giorni i flussi di turisti in città sono stati buoni — ha premesso Simona Siotto, assessore berico alla Cultura —. Mi hanno però riferito che sabato scorso una comitiva di ungheresi cui è stato somministrato il vaccino russo non ha potuto accedere al Teatro Olimpico. Abbiamo adottato il programma ministeriale per la lettura, all’ingresso, delle certificazioni. Quelle che interessano lo Sputnik non sono riconosciute come valide in Europa, in alcuni casi risultano sospese. La conseguenza è che per gli operatori non è possibile far accedere quei visitatori al teatro». Una delle ipotesi di questo «corto circuito» affonderebbe le radici nell’approvazione del vaccino russo da parte dell’Ema (Agenzia europea dei medicinali) che tarda ad arrivare. E non è nemmeno detto che arrivi. D’altra parte, lamenta qualche operatore del turismo, questo non è esattamente un biglietto di benvenuto per i tanti dell’est Europa che visitano e spendono il loro denaro nel capoluogo berico, ormai con sempre maggiore frequenza, già da qualche anno. Sempre ieri il Comune ha sorriso di fronte alla visita che i Nas hanno effettuato nei siti museali civici per verificare le modalità di controllo: non sono state mosse irregolarità. Se il Comune sorriderà ancora dopo aver calcolato i mancati introiti derivanti dai turisti che non possono accedere ai musei a causa dello Sputnik V, è ancora presto per dirlo.