Applausi a Mattarella e Benigni gli chiede il secondo mandato
Aprono il Presidente e il Leone al comico
La Mostra del Cinema si è aperta con l’ovazione per Mattarella e Benigni ( foto Vision) che ha ricevuto il Leone alla carriera ed esortato il presidente a restare per il secondo mandato.
«Presidente, resti qualche anno in più con noi. Resti almeno per i Mondiali del Qatar che porta bene». Il bimbo che dice «il re è nudo» è Roberto Benigni, che ricevendo il Leone d’oro alla carriera della Biennale, si lancia come un meteorite nel dibattito politico sul prossimo inquilino del Quirinale esponendosi con un potentissimo endorsement per il Presidente della Repubblica in carica, Sergio Mattarella. Sala Grande della Mostra del Cinema al Lido. Il pubblico ha già accolto il Presidente con standing ovation e un applauso che dura quasi due minuti. Un tributo la cui coda arriva quando sul palco dell’inaugurazione della Mostra del Cinema sale il protagonista della serata, il comico e regista toscano. «Presidente - attacca Benigni - quando mi hanno detto che lei c’era ho avuto la stessa reazione che ha avuto lei col gol di Bonucci a Wembley». E fuori, ai giornalisti delle tv assiepate per raccogliere un suo commento al Leone, Benigni non aveva esitato a dire: «Io sono fortunato a essere suo contemporaneo. Vorrei studiare da grande elettore per andare a votare alle prossime elezioni per fargli fare il secondo mandato. Lo voglio convincere. Questo Presidente è veramente il più prestigioso, con una sua serietà e una sua allegria incredibili. E poi è un Presidente che davvero ci ha aiutato tanto. L’Italia ha avuto bisogno di una presenza che ci desse sicurezza in questi momenti così difficili».
I due si erano incrociati ma senza potersi stringere la mano poco prima sul red carpet a causa del rigido cordone di sicurezza che ha circondato la massima carica dello Stato al suo arrivo al Lido. Benigni è stato il punto più alto della cerimonia asciutta e rapida con la quale la Biennale ha dato il via alla 78esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia ieri sera. Con la classica presentazione delle giurie e la tradizionale carrellata sui film che si vedranno in questi dieci giorni. Madrina emozionata Serena Rossi, che, come annunciato, ha dedicato un pensiero alle madri afghane che si separano dai figli per tentare di salvarli e agli artisti di quel Paese. La resilienza della cultura dopo un anno e mezzo di pandemia è sicuramente il filo che tesse la serata. «La pandemia finirà presto - dice il regista coreano Bong Joon-ho, presidente di giuria di Venezia 78, il mattatore degli Oscar 2019 ma il cinema resterà con noi per sempre». «La Mostra del Cinema è una sfida vinta - ha detto il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini calcando il red carpet - già dall’anno scorso quando abbiamo dimostrato al mondo che si può fare cultura in sicurezza. Anche quest’anno lo si dimostra perché il green pass garantisce tutti. È un momento d’oro del cinema italiano, una grande manifestazione del cinema internazionale in cui l’Italia farà la sua parte. E comunque è anche una ripartenza vera. Ora bisogna che tutte le persone che amano il cinema lo dimostrino tornando nelle sale, con il green pass, le distanze di sicurezza. Abbiamo i dati dei musei e da quando c’è il green pass gli ingressi sono cresciuti del 155%, credo che il certificato verde aiuterà molto ad andare al cinema perché la gente si sentirà più sicura. Chi protesta contro il green pass? Dovrebbero vaccinarsi». L’abbraccio della politica al mondo del cinema mai come a Venezia è caldo. E dal
palco tutti ringraziano le autorità. Il presidente della Biennale Roberto Cicutto e perfino Benigni «da bravo soldatino», che si rivolge al presidente del Veneto, Luca Zaia: «Che bellezza governare una regione come il Veneto. Vorrei tanto conoscerla, la stimo». E a Brugnaro: «Grazie per l’accoglienza e lo scampanio. Quando sono arrivato ho visto gente sbucare perfino dall’acqua. Mi meritavo un micino, non un leone». In platea il pubblico ride. Prima si era goduto il discorso di Jane Campion per l’amico Bob: «Di Benigni c’è bisogno, anima innocente che ci riporta alla gioia di essere vivi e innamorati».
Ma dopo le risate è più la commozione (diciamolo, delle donne soprattutto) quando Benigni si rivolge alla moglie Nicoletta Braschi: «Non posso dedicartelo perché il leone è tuo, ti appartiene. Abbiamo fatto tutto insieme, lo sai. E il tempo lo misuro nel tempo che passo con te e in quello senza di te. Dividiamolo. Io mi prendo la coda, le ali sono le tue, talento, mistero, fascino e femminilità. Emani luce. Con te è stato amore a prima vista, anzi eterna vista». Un amore che si sono dichiarati - professionalmente - anche Penélope Cruz e Pedro Almodóvar - protagonista e regista del film d’apertura, Madres Paralelas, che dopo i discorsi ha aperto la competizione. Lei ha confessato di aver iniziato a fare l’attrice vedendo il suo Légami! quando aveva sedici anni. Lui ha detto che quando scrive una storia, se la protagonista ha l’età di Penélope pensa a lei. «Tra noi è pura meraviglia», ha confessato l’attrice. Proprio come giorni pieni di cinema.